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martedì 3 marzo 2009

RESTAR SANI LAVORANDO

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Gli sciocchi sono dediti alla distrazione, gente di poco intendimento!
Il saggio, invece, custodisce l’attenzione come la ricchezza più preziosa
(Dhammapada, 26).

L’attenzione non è solo universalmente apprezzata, come abbiamo già detto più volte, ma è anche fonte di gratificazione per chi è attento. Per esempio, è grazie all’attenzione che ci “divertiamo” a vedere uno spettacolo. L’attenzione si concentra sulla scena e sulla trama e noi seguiamo attenti (e “divertiti”) lo svolgersi della finzione. Però, se durante lo spettacolo qualcuno viene ad avvertirci che è capitato qualcosa di grave a una persona cara, l’incanto finisce. Lo spettacolo è sempre quello, ma non ci “diverte” più, perché la nostra attenzione è (pre)occupata altrove.

Facendo il correttore di bozze, ebbi, anni fa, sul lavoro uno scambio d’idee con un collega. Il lavoro di correzione è ripetitivo e, soprattutto, capita spesso di dover leggere cose che non interessano affatto. Il collega mi chiese: “Ma tu, quando leggi, ti concentri, oppure pensi agli affari tuoi? Perché se presti attenzione alle bagole che leggi diventi matto”.

Bisogna sapere che un correttore esperto può leggere un testo, per cosi’ dire, con l’occhio sinistro, trovare tutti gli errori, vistarlo per la stampa e giungere alla fine del lavoro senza ricordarsi nemmeno di che cosa parli la bozza che ha appena corretto. è uno dei miracoli che può produrre la meccanicità della mente.

Risposi che la tentazione di portare l’attenzione al televisore interno che proietta casualmente, e frammiste, tutte le mie telenovele interiori era costante, ma che io mi sforzavo di prestare attenzione a quel che facevo, perché m’ero reso conto che lavorare in quello stato di divorzio mentale dal lavoro era nocivo. E che, se c’era un modo di diventare matto, era proprio di lavorare “soprappensiero”. Perciò la ricetta che io applicavo era di trattare il lavoro come una meditazione e la meditazione come un lavoro, perché se non fossi riuscito a mettere attenzione in quel che facevo durante il lavoro, non sarei riuscito a metterla nemmeno nella meditazione seduta, o in quella camminata. Né in qualunque altra cosa.

Praticando l’attenzione cosciente sul lavoro ci si accorge presto che la mente si stanca di meno e che è possibile provare interesse anche per un lavoro ripetitivo, perché l’interesse per ciò che si sta facendo dipende in gran parte dalla qualità dell’attenzione che impieghiamo. Questo è il segreto del Karma Yoga.

L’attenzione è la via che conduce all’immortalità, la disattenzione è la via che conduce alla morte; coloro che sono attenti non muoiono, coloro che non sono attenti sono già come morti.

Una volta compresa distintamente questa differenza, il saggio intento nella pratica dell’attenzione ne trae diletto, rallegrandosi d’appartenere al regno degli eletti (Dhammapada 21 e 22).

di Flavio Pelliconi

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