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lunedì 17 agosto 2009

notte sul Colosseo

4 notte sul Colosseo
Quella prossima sarà la 4 notte di protesta, lassù a cinquanta metri di altezza, sul terzo anello di uno dei monumenti più noti e visitati del mondo. I «sette gladiatori», come li hanno ribattezzati i loro colleghi e i familiari che bivaccano a loro volta nei giardini di via del Fori Imperiali a Roma, hanno proseguito anche oggi il loro sit-in sul Colosseo.

Da tre giorni, e da domani anche da tre notti, i lavoratori dell'Istituto di vigilanza dell'Urbe sono sotto i riflettori delle telecamere e immortalati negli obiettivi dei fotoreporter per una protesta, modello "Innse", che domani potrebbe riservare un primo momento di possibile sblocco: il Campidoglio è intervenuto infatti per cercare di trovare una soluzione che fermi la clamorosa iniziativa attuata contro il cambio di gestione dell'ente dal quale dipendevano.

L'assessore capitolino alle Attività produttive Davide Bordoni ha convocato domani alle 11 in Campidoglio sindacalisti e rappresentanti dei 300 lavoratori che hanno rifiutato il contratto con la nuova società che ha rilevato l'Istituto. L'invito è stato accolto perchè, ha spiegato Marco Lucarelli delle RdB, «non rinunciamo al dialogo ma non fermiamo la protesta: la Prefettura è disposta ad aprire un tavolo ma solo se loro scendono dal Colosseo, e a queste condizioni non se ne fa nulla».

La vicenda dell'Istituto di Vigilanza Urbe è anche oggetto di una inchiesta giudiziaria. Nel mirino del pm Paolo D'Ovidio è l'Associazione nazionale combattenti di cui l'Istituto di Vigilanza Urbe, a cui appartengono le guardie giurate che hanno attuato da ieri la protesta al Colosseo, è una «costola». Il pm Paolo D'Ovidio ha aperto un fascicolo per appropriazione indebita per far luce sulla vendita del patrimonio immobiliare dell'Ente che percepisce, tra l'altro, finanziamenti anche dal Ministero della Difesa e dalla presidenza del Consiglio. E ha iscritto sul registro degli indagati, dopo le denunce di alcuni sindacalisti fatte proprio sulla vendita dell'Istituto, l'ex presidente Gustavo De Meo.

L'inchiesta punta a chiarire anche la presunta svendita di alcuni immobili di pregio nel cuore di Trastevere e il progressivo svuotamento delle casse dello storico istituto delle guardie giurate capitoline e sarebbe stato accertato, ma è in corso una consulenza disposta dal pm, un «buco» di 80 milioni di euro. Intanto la tensione, anche per le condizioni di salute di alcuni dei manifestanti, si è sciolta oggi grazie ad un anniversario di matrimonio celebrato in modo molto particolare: con una rosa calata dall'alto, tramite la ormai solita corda che fa da portavivande per i sette «gladiatori».

Non hanno rinunciato a festeggiare i 30 anni del loro amore Giorgio, uno dei vigilantes che protestano, il più anziano, e la moglie Antonella. Una festa celebrata con un bacio a distanza e con quella rosa che Giorgio ha calato da cinquanta metri di altezza, raccolta dalla moglie che da tre giorni è giù in via dei Fori Imperiali con i due figli, in attesa che il marito torni a casa, magari con la prospettiva di un lavoro.

«La situazione è molto complessa e grave: ci sono almeno due persone che vivono una fragilità psicologica di estrema gravità - ha affermato il presidente della commissione Lavoro della Regione Lazio Giuseppe Mariani che questo pomeriggio ha visitato, in cima al Colosseo, le sette guardie giurate - Bisognerebbe pensare a una forma di supporto per loro, perchè ho paura che possano commettere gesti gravi».

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