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venerdì 13 aprile 2012

art. 18

 
 
Non condivido il il giudizio positivo espresso dalla segreteria della CGIL sul provvedimento del governo relativo all'art. 18.
Scollegare poi questo giudizio da una valutazione d'insieme sul nuovo mercato del lavoro dove la precarietà, sotto tutte le forme, è dichiarata strutturale al modello economico e sociale, è politicamente irresponsabile.
Da oggi tutti saremo precari, perchè anche il contratto, solo nominalmente, a tempo indeterminato, può essere interrotto in ogni momento, come già accade per le aziende sotto i 15 dipendenti, rendendolo quindi sempre a tempo determinato.
Giusto 10 anni dopo la grande manifestazione del 23 marzo del 2002,  padroni e governo si sono ripresi la rivincità ed hanno raggiunto il loro obiettivo di svuotare l'art. 18 dello statuto dei lavoratori, cancellando la norma che sino ad ora ha reso nulli i licenziamenti senza giusta causa o giustificato motivo. I padroni che vorranno licenziarti dovranno solo non essere così stupidi da scrivere nella  motivazione che ti cacciono perchè  sei loro antisimpatico. Tutto il resto, compreso il sempre verde "voglio guadagnare di più"  dovrà solo essere accompagnato da un indennizzo economico. ( Daltronde già oggi le lettere di licenziamento, chi le ha ricevute lo sa,  cominciano sempre con unipocrito " siamo spiacenti di doverLe comunicare...). Quindi se uno si dichiara in premessa "spiacente" avrà certamente un giustificato motivo!
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La conoscenza anche tecnica dei provvedimenti è fondamentale per fare controinformazione tra i lavoratori e le lavoratrici. Per questo nei prossimi giorni dobbiamo continuare ed approfondire le analisi e socializzare le conoscenze.
A tale proposito vi allego i testi estratti dal sito dell'INPS che illustrano ciò che questo ente eroga attualmente come ammortizzatori sociali e sostegno al reddito.
Comparando l'esistente con ciò che verrà approvato dal Parlamento si può facilmente comprendere come se da un lato si tolgono i diritti ( art. 18 e precarietà) dall'altro si va verso una contrazione anche del sostegno al reddito, già molto misero e limitato nel tempo.
 
Non dobbiamo dare per persa la partita anche se ormai sono anni che sul terreno del mercato del lavoro subiamo pesanti sconfitte senza che vi sia una reale opposizione ne politica ne sociale.
Se il PD ha contribuito a scrivere i testi su art 18 e precarietà la CGIL sta dimostrando la totale subalternità a questo partito e conseguentemente alle scelte del Governo Monti. In meno di un anno abbiamo visto la CGIL firmare l'accordo del 28 giugno, documenti con Confidustria che chiedevano la parità di bilancio in Costituzione,  accettare passivamente la riforma delle Pensioni con un allungamento di 7 anni della vita lavorativa. Ed ora siamo all'ammaina bandiera sulla difesa dell'art. 18.
E tutto ciò senza che su nulla vi sia stato uno straccio di consultazione tra i lavoratori e le lavoratrici.
anche per questo vi propongo di sottoscrivere questo appello promosso da delegati e delegate.
per aderire potete andare a:
 
 
Occorre ridare voce e protagonismo ai diretti interessati. Non c'è altra strada per risalire la china.
Maurizio Scarpa
componente direttivo Filcams nazionale
vice presidente direttivo CGIL nazionale
 
APPELLO DI DELEGATI 
NO ALL'IMBROGLIO SULL'ARTICOLO 18!

I sottoscritti Rappresentanti Sindacali CGIL chiedono a Susanna Camusso e alla Segreteria Nazionale CGIL di modificare il parere positivo espresso in merito al DDL sul Mercato del Lavoro, relativamente alle modifiche apportate all’articolo 18.

Siamo davanti ad una controriforma che, e sono parole del Presidente del Consiglio, rende la reintegra nel posto di lavoro un caso estremo e raro, assai improbabile nella sua applicazione concreta.

La segreteria della Cgil quindi sbaglia profondamente e compromette una battaglia per il lavoro che è tanto più necessario nel momento in cui la crisi si aggrava.

La sostanza del provvedimento è che l'articolo 18 viene scardinato, rendendo la reintegra nel posto di lavoro l'ultima ed estrema soluzione in caso di licenziamento ingiusto. La nuova legge renderà possibile licenziare senza la reintegra, concedendo solo un piccolo indennizzo.

Siamo convinti che la stragrande maggioranza degli iscritti della Cgil non siano d’accordo con la loro segreteria, che accetta questa drastica riduzione della tutela dei lavoratori.

Inoltre il provvedimento non riduce la precarietà, non rende universali per tutte le forme di lavoro e per tutte le imprese gli ammortizzatori sociali e il sostegno al reddito.

Continuiamo a riconoscerci nelle parole d’ordine che la CGIL ha riportato sui moduli per la raccolta delle firme per difendere l’Articolo 18:

“Il lavoro non è una merce “
Salviamo la dignità del lavoro e delle persone che lavorano
“Il lavoro non può essere usa e getta”


La mobilitazione va ripresa in ogni posto di lavoro, gli scioperi che vengono mantenuti devono diventare scioperi contro la truffa sull’articolo 18 e la controriforma sul lavoro, il Direttivo CGIL del 19 deve confermare lo Sciopero Generale in difesa dell'Articolo 18.


RSU/RSA in difesa dello Statuto dei lavoratori
Per adesioni:
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oppure invia una email a  




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