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mercoledì 27 giugno 2012

lavoratori ThyssenKrupp di Torino lanciano un Appello



Gli ex lavoratori ThyssenKrupp di Torino lanciano un Appello di solidarietà affinché il Sindaco P. Fassino mantenga quanto promesso nell’incontro del 30 giugno 2011: un lavoro sicuro e dignitoso per tutti i lavoratori rimasti in mobilità, gran parte dei quali costituitisi Parti Civili nel processo per la strage del 6 dicembre 2007 in cui hanno perso la vita 7 compagni di lavoro.

Ci rivolgiamo a tutta la società civile, i lavoratori, i cassintegrati, i disoccupati, gli intellettuali, le personalità pubbliche del mondo dell’arte, dello spettacolo, della cultura e del mondo scientifico, gli esponenti sindacali, i giornalisti, i politici, i comitati di lotta, le associazioni, gli enti e gli organismi che si battono per promuovere la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro e singoli cittadini affinché prendano posizione pubblicamente, sottoscrivendo questa petizione:

  1. in solidarietà con gli ex lavoratori della ThyssenKrupp di Torino, impegnati da quattro anni in una dura battaglia per l’accertamento della verità e della giustizia e per la loro immediata ricollocazione lavorativa, così come promesso dal Sindaco P. Fassino il 30 giugno 2011;
  2. perché si costringano, attraverso la lotta e la mobilitazione popolare, Governo e Amministrazioni locali a mantenere i posti di lavoro (sicuri e dignitosi per tutti) esistenti e a crearne di nuovi come unica misura per uscire dalla crisi.

FIRMA E FAI FIRMARE L’APPELLO, INDICANDO: 
NOME E COGNOME – PROFESSIONE - ORGANIZZAZIONE SINDACALE, POLITICA, CULTURALE - CITTA’ - MAIL 


Dopo aver firmato (magari lasciando un commento), condividilo sulla tua bacheca dei tuoi amici di FaceBook, Twitter, Google+ e altri social network e poi giralo alla tua rete di contatti. 
Obiettivo 50000 firme. Ma ci occorre il vostro aiuto!

Inoltre vi chiediamo di inviare mail di protesta presso l’Ufficio del Sindaco Fassino (l'indirizzo è segreteria.sindaco@comune.torino.it) indicando nel testo la seguente dicitura seguita da NOME e COGNOME:
Denunciamo l’atteggiamento discriminatorio nei confronti degli ex lavoratori ThyssenKrupp di Torino ancora senza lavoro e chiediamo il rispetto delle promesse di un lavoro sicuro e dignitoso per i 14 lavoratori ancora senza occupazione.”
 Vi chiediamo, per conoscenza, di inviarla anche al nostro indirizzo mail maipiuthyssenkrupp@hotmail.it
  
Lavoro sicuro e dignitoso per tutti!

Giugno 2012

Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino



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UNA RIFORMA CHE UMILIA I LAVORATORI E LA COSTITUZIONE




 UNA RIFORMA CHE UMILIA I LAVORATORI E LA COSTITUZIONE

Due fiducie oggi, due domani. Facendo due rapidi calcoli, con le prossime 4, il governo Monti, in 8 mesi, arriva a quota 28. Peggio di così neanche Berlusconi. Questa volta, sul tavolo c’è la riforma più oscena che si sia mai vista fino ad oggi, il piano Fornero per smantellare il lavoro, che impoverirà l’Italia e farà perdere nuovi posti di lavoro. Ancora una volta, regna incontrastata l’incoerenza di chi dice che la riforma è cattiva ma poi la voterà, nascondendosi dietro l’ipocrisia del voto di fiducia. Noi, coerentemente, voteremo contro e lo faremo per molte ragioni.

La prima. Il piano Fornero non si limita a modificare singole disposizioni o discipline ma interviene con la scure introducendone nuove, dai contratti agli ammortizzatori sociali, dai fondi di solidarietà alla materia dei licenziamenti e delle tutele delle lavoratrici e dei lavoratori.

Il lavoro ha un ruolo centrale nel nostro ordinamento costituzionale. E’ un diritto sociale, fonte del sostentamento per ogni cittadino e la sua famiglia. La Costituzione tutela il lavoro e stabilisce un principio inoppugnabile, ovvero il diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e alla qualità, che sia in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla sua famiglia un’esistenza libera e dignitosa.

La Costituzione sancisce che ai lavoratori debbano essere assicurati i mezzi adeguati in caso di infortunio, malattia, invalidità, vecchiaia e disoccupazione.

La Costituzione assicura la libertà sindacale e il diritto allo sciopero.

La Costituzione stabilisce la libertà dell’iniziativa economica privata, vietando però che questa metta a rischio l’utilità sociale, la sicurezza, la libertà e la dignità umana.


La riforma Fornero, nella sua struttura complessiva, non è compatibile con i principi, i diritti e i doveri costituzionali. Sui contratti non opera né una semplificazione, né una riduzione. Il lavoro a tempo indeterminato continua ad essere eroso dalle altre tipologie contrattuali. Si certifica la precarietà, che non sta nell’onere del lavoratore di adattarsi a cambiare più lavori, ma nel mantenimento di un sistema che priva il lavoro della giusta retribuzione e non garantisce continuità e adeguatezza di versamenti contributivi e coperture assicurative.
La riforma Fornero riduce le garanzie al lavoratore, attraverso l’introduzione e il rafforzamento di elementi vessatori.
La riforma Fornero smantella l’attuale sistema degli ammortizzatori sociali, per crearne uno la cui unica ragione sociale dichiarata non viene realizzata perché non raggiunge l’obiettivo dell’universalità, non include effettivamente i lavoratori discontinui e non migliora le prestazioni.
La riforma Fornero è discriminatoria sul versanti dei fondi di solidarietà, in quanto esclude dalla loro copertura i lavoratori occupati in imprese con meno di 15 dipendenti. In tal modo il sistema non riesce ad essere universale, gli elementi che precedono, esemplificativi ma non esaustivi, letti unitariamente appalesano una violazione del tessuto organico rappresentato dalle disposizioni della Costituzione precedentemente indicate.
Il governo ha chiuso ogni dialogo, teso a migliorare il testo. Ha usato trucchi ed escamotage per evitare il confronto. Imporre la questione di fiducia sul provvedimento anche alla Camera, senza consentire nessuna modifica al testo licenziato al Senato, rafforza il nostro convincimento: questo ddl è profondamente incostituzionale, fa carne da macello dei diritti dei lavoratori, si beffa della Costituzione e sottrae al Parlamento la sua funzione legislativa.

http://www.italiadeivalori.it/component/content/article/167-massimo-donadi/15539-riforma-fornero-umilia-i-lavoratori-e-la-costituzione

E’ con questa gente che dovremmo allearci per creare un’alternativa politica ? Alternativa si, ma a questi ceffi e al loro sistema di potere. Vendola, Di Pietro, movimentisti vecchi e nuovi, Liste Civiche varie ed eventuali, tenetelo a mente, perché non dobbiate poi lamentarvi del successo di Grillo
da violapost
In poco meno di due minuti, tanto è durata la votazione elettronica, ieri al Senato hanno demolito il più importante baluardo di civiltà del lavoro in Italia, frutto di decenni di lotte e conquiste: l’articolo 18.
244 senatori (Pd, Pdl, Terzo Polo) hanno approvato la cosiddetta  riforma del lavoro di Elsa Fornero che introduce, di fatto, la libertà di licenziare per motivi economici, salvo casi di “manifesta insussistenza” (cioè mai) a fronte di un modesto indennizzo al lavoratore; il più grande regalo alla Banca Centrale Europea e al Fondo Monetario che da tempo chiedono al governo Monti (e prima a Berlusconi) di intervenire in tal senso.Con questo provvedimento, l’Italia diventa il primo Paese europeo a non disporre di una tutela (né reintegro, né forti risarcimenti) in caso di licenziamento senza giusta causa. Per fare un esempio, nel modello tedesco, il reintegro è previsto persino nelle aziende con 10 dipendenti.
Ovviamente, dopo l’approvazione del testo, gioisce la Fornero che non sta più nella pelle dalla gioia (foto a destra). A votare contro soltanto Idv e Lega. Adesso l’iter parlamentare prevede che il testo passi alla Camera per la definitiva approvazione. Da Anna Finocchiaro a Rutelli, da Gasparri a Giovanardi fino all’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, ecco i nomi di chi ha votato per la demolizione dell’articolo 18:
1) Marilena Adamo (PD)
2) Benedetto Adragna (PD)
3) Mauro Agostini (PD)
4) Maria Alberti Casellati (PDL)
5) Bruno Alicata (PDL)
6) Laura Allegrini (PDL)
7) Silvana Amati (PD)
8 ) Paolo Amato (PDL)
9) Francesco Maria Amoruso (PDL)
10) Alfonso Andria (PD)
11) Maria Antezza (PD)
12) Teresa Armato (PD)
13) Franco Asciutti (PDL)
14) Giuseppe Astore (MISTO)
15) Augello (PDL)
16) Antonio Azzollini (PDL)
17) Emanuela Baio (Terzo Polo – API/FI)
18) Massimo Baldini (PDL)
19) Giuliano Barbolini (PD)
20) Paolo Barelli (PDL)
21) Mariangela Bastico (PD)
22) Domenico Benedetti Valentini (PDL)
23) Filippo Berselli (PDL)
23) Maria Teresa Bertuzzi (PD)
24) Giampaolo Bettamio (PDL)
25) Francesco Bevilacqua (PDL)
26) Dorina Bianchi (PDL)
27) Enzo Bianco (PD)
28) Laura Bianconi (PDL)
29) Franca Biondelli (PD)
30) Tamara Blazina (PD)
31) Giacinto Boldrini (PDL)
32) Sandro Bondi (PDL)
33) Anna Cinzia Bonfrisco (PDL)
34) Giorgio Bornacin (PDL)
35) Gabriele Boscetto (PDL)
36) Daniele Bosone (PD)
37) Franco Bruno (Terzo Polo – API/FI)
38) Filippo Bubbico (PD)
39) Sebastiano Burgaretta Aparo (PDL)
40) Alessio Butti (PDL)
41) Antonello Cabras (PD)
42) Raffaele Calabrò (PDL)
43) Giacomo Caliendo (PDL)
44) Battista Caligiuri (PDL)
45) Giulio Camber (PDL)
46) Franco Cardiello (PDL)
47) Anna Maria Carloni (PD)
48) Gianrico Carofiglio (PD)
49) Alerio Carrara (Gruppo Coesione Nazionale)
50) Antonino Caruso (PDL)
51) Felice Casson (PD)
52) Maria Giuseppa Castiglione (Gruppo Coesione nazionale)
53) Maurizio Castro (PDL)
54) Stefano Ceccanti (PD)
55) Mauro Ceruti (PD)
56) Franca Chiaromonte (PD)
57) Carlo Chiurazzi (PD)
58) Angelo Maria Cicolani (PDL)
59) Emilio Colombo (UDC…)
60) Riccardo Conti (PDL)
61) Barbara Contini (Terzo Polo Api/Fli)
62) Gennaro Coronella (PDL)
63) Lionello Cosentino (PD)
64) Rosario Costa (PDL)
65) Vladimiro Crisafulli (PD)
66) Cesare Cursi (PDL)
67) Mauro Cutrufo (PDL)
68) Antonio D’Alì (PDL)
69) Gianpiero D’Alia (UDC..)
70) Gerardo D’Ambrosio (PD)
71) Luigi D’Ambrosio Lettieri (PDL)
72) Candido De Angelis (Terzo Polo Api/FLI)
73) Cristiano De Eccher (PDL)
74) Diana De Feo (PDL)
75) Sergio De Gregorio (PDL)
76) Stefano De Lillo (PDL)
77) De Luca Cristina (Terzo Polo)
78) De Luca Vincenzo (PD)
79) Luigi De Sena (PD)
80) Antonio Del Pennino (MISTO)
81) Mauro Del Vecchio (PD)
82) Silvia Della Monica (PD)
83) Roberto Della Seta (PD)
84) Mariano Delogu (PDL)
85) Ulisse Di Giacomo (PDL)
86) Roberto Di Giovan Paolo (PD)
87) Fabrizio Di Stefano (PD)
88) Egidio Digilio (TERZO POLO)
89) Lamberto Dini (PDL)
90) Lucio D’Ubaldo (PD)
91) Giuseppe Esposito (PDL)
92) Raffaele Fantetti (PDL)
93) Claudio Fazzone (PDL)
94) Mario Ferrara (COESIONE NAZIONALE)
95) Filippi Marco (PD)
96) Anna Finocchiaro (PD)
97) Annarita Fioroni (PD)
98) Giuseppe Firrarello (PDL)
99) Maurizio Fistarol (PD)
100) Salvo Fleres (COESIONE NAZIONALE)
101) Andrea Fluttero (PDL)
102) Marco Follini (PD)
103) Cinzia Fontana (PD)
104) Antonio Fosson (UDC..)
105) Franco Vittoria (PD)
106) Vincenzo Galioto (UDC..)
107) Cosimo Gallo (PDL)
108) Maria Alessandra Gallone (PDL)
109) Guido Galperti (PD)
110) Garavaglia Mariapia (PD)
111) Costantino Garraffa (PD)
112) Maurizio Gasparri (PDL)
113) Antonio Gentile (PDL)
114) Maria Ida Germontani (TERZO POLO)
115) Rita Ghedini (PDL)
116) Enzo Giorgio Ghigo (PDL)
117) Paolo Giaretta (PD)
118) Carlo Giovanardi (PDL)
119) Pasquale Giuliano (PDL)
120) Domenico Gramazio (PDL)
121) Manuela Granaiola (PD)
122) Luigi Grillo (PDL)
123) Gustavino (UDC..)
124) Pietro Ichino (PD)
125) Maria Fortuna Incostante (PD)
126) Cosimo Izzo (PDL)
127) Silvestro Ladu (PDL)
128) Nicola Latorre (PD)
129) Cosimo Latronico (PDL)
130) Raffaele Lauro (PDL)
131) Maria Leddi (PD)
132) Giovanni Legnini (PD)
133) Vanni Lenna (PDL)
134) Simonetta Licastro Scardino (PDL)
135) Massimo Livi Bacci (PD)
136) Giuseppe Lumia (PD)
137) Luigi Lusi (MISTO)
138) Marina Magistrelli (PD)
139) Lucio Malan (PDL)
140) Alfredo Mantica (PDL)
141) Andrea Marcucci (PD)
142) Francesca Maria Marinaro (PD)
143) Franco Marini (PD)
144) Marino Ignazio (PD)
145) Marino Mauro Maria (PD)
146) Alberto Maritati (PD)
147) Altero Matteoli (PDL)
148) Salvatore Mazzaracchio (PDL)
149) Daniela Mazzuconi (PD)
150) Giuseppe Menardi (GRUPPO COESIONE NAZIONALE)
151) Vidmer Mercatali (PD)
152) Alfredo Messina (PDL)
153) Claudio Micheloni (PD)
154) Riccardo Milana (TERZO POLI API/FLI)
155) Giuseppe Milone (PDL)
156) Claudio Molinari (TERZO POLI API/FLI)
157) Francesco Monaco (PD)
158) Colomba Mongiello (PD)
159) Enrico Morando (PD)
160) Carmelo Morra (PDL)
161) Fabrizio Morri (PD)
162) Franco Mugnai (PDL)
163) Adriano Musi (PD)
164) Enrico Musso (UDC..)
165) Domenico Nania (PDL)
166) Magda Negri (PD)
167) Paolo Nerozzi (PD)
168) Vincenzo Nespoli (PDL)
169) Pasquale Nessa (PDL)
170) Franco Orsi (PDL)
171) Nitto Palma (PDL)
172) Elio Massimo Palmizio (COESIONE NAZIONALE)
173) Antonino Papania (PD)
174) Achille Passoni (PD)
175) Carlo Pegorer (PD)
176) Marco Perduca (PD)
177) Flavio Pertoldi (PD)
178) Oskar Peterlini (UDC..)
179) Lorenzo Piccioni (PDL)
180) Filippo Piccone (PDL)
181) Gilberto Pichetto Fratin  (PDL)
182) Leana Pignedoli (PD)
183) Roberta Pinotti (PD)
184) Beppe Pisanu (PDL)
185) Salvatore Piscitelli (COESIONE NAZIONALE)
186) Giovanni Pistorio (MISTO)
187) Adriana Poli Bortone (COESIONE NAZIONALE)
188) Francesco Pontone (PDL)
189) Donatella Poretti (PD)
190) Guido Possa (PDL)
191) Giovanni Procacci (PD)
192) Gaetano Quagliariello (PDL)
193) Luigi Ramponi (PDL)
194) Raffaele Ranucci (PD)
195) Maria Rizzotti (PDL)
196) Giorgio Roilo (PD)
197) Rossi Paolo (PD)
198) Antonio Rusconi (PD)
199) Giacinto Russo (TERZO POLO)
200) Francesco Rutelli (TERZO POLO API/FLI)
201) Michele Saccomanno (PDL)
202) Maurzio Saia (COESIONE NAZIONALE)
203) Filippo Saltamartini (PDL)
204) Fedele Sanciu (PDL)
205) Gian Carlo Sangalli (PD)
206) Francesco Sanna (PD)
207) Giuseppe Saro (PDL)
208) Carlo Sarro (PDL)
209) Luciana Sbarbati (PD)
210) Giampiero Scanu (PD)
211) Aldo Scarabosio (PDL)
212) Salvatore Sciascia (PDL)
213) Serafini Anna Maria (PD)
214) Serafini Giancarlo (PDL)
215) Achille Serra (UDC..)
216) Cosimo Sibilia (PDL)
217) Silvio Emiio Sircana (PD)
218) Albertina Soliani (PD)
219) Ada Spadoni Urbani (PDL)
220) Vincenzo Speziali (PDL)
221) Marco Stradiotto (PD)
222) Nino Strano (TERZO POLO )
223) Paolo Tancredi (PDL)
224) Alberto Tedesco (MISTO)
225) Oreste Tofani (PDL)
226) Salvatore Tomaselli (PD)
227) Antonio Tomassini (PDL)
228) Giorgio Tonini (PD)
229) Achille Totaro (PDL)
230) Tiziano Treu (PD)
231) Giuseppe Valditara (TERZO POLO)
232) Guseppe Valentino (PDL)
233) Simona Vicari (PDL)
234) Guido Viceconte (PDL)
235) Pasquale Viespoli (COESIONE NAZIONALE)
236) Riccardo Villari (COESIONE NAZIONALE)
237) Luigi Vimercati (PD)
238) Vincenzo Vita (PD)
239) Valter Vitali (PD)
240) Carlo Vizzini (UDC..)
241) Luigi Zanda (PD)
242) Valter Zanetta (PDL)
243) Tomaso Zanoletti (PDL)
244) Sergio Zavoli (PD)
 esulta la Fornero subito dopo il voto


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giovedì 21 giugno 2012

Fiat condannata a reintegrare 145 tute blu Fiom


Fiat condannata a Pomigliano: dovrà reintegrare 145 tute blu Fiom

Tribunale Roma, operai sono stati discriminati. Per 19 iscritti anche tre mila euro per danno



TORINO - Il Tribunale di Roma ha condannato la Fiat per discriminazioni contro la Fiom a Pomigliano: 145 lavoratori con la tessera del sindacato di Maurizio Landini dovranno essere assunti nella fabbrica. Lo rende noto la stessa Fiom precisando che 19 iscritti al sindacato avranno anche diritto a 3.000 euro per danno.

La Fiom - spiega l'avvocato Elena Poli - ha fatto causa alla Fiat sulla base di una normativa specifica del 2003 che recepisce direttive europee sulle discriminazioni. Alla data della costituzione in giudizio, circa un mese fa, su 2.093 assunti da Fabbrica Italia Pomigliano nessuno risultava iscritto alla Fiom. In base a una simulazione statistica affidata a un professore di Birmingham le possibilità che ciò accadesse casualmente risultavano meno di una su dieci milioni. Il segretario generale della Fiom, Maurizio Landini, ha agito per conto di tutti i 382 iscritti alla sua organizzazione (nel frattempo il numero è sceso a 207) e a questa cifra fa riferimento il giudice ordinando all'azienda - come anticipato dalla Fiom - di assumere 145  lavoratori con la tessera dei metalmeccanici Cgil. L'azione antidiscriminatoria - spiega ancora il legale della Fiom - può essere promossa dai diretti discriminati e se la discriminazione è collettiva dall'ente che li rappresenta. Per questo 19 lavoratori hanno deciso di sottoscrivere individualmente la causa e hanno ottenuto i 3.000 euro di risarcimento del danno.
 LEGGI ANCHE: http://cipiri1.blogspot.it/2012/06/non-fidarti-dello-spot-carburante-1.html

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sabato 16 giugno 2012

FIOM: partito delle tute blu




Sintetica ma perfetta interpretazione di parte del nostro presente. 

Il sindacato delle tute blu propone un patto a sinistra. E annuncia: se salta, corriamo da soli
di Luca Telese

La Fiom si mette a fare politica? Condiziona la politica? Le chiede di cambiare rotta? Si candida a commissariare la politica sui temi del lavoro? Si candida e basta? Da domani, c’è da giurarci, anche questa variabileentrerà come una bomba nel dibattito politico del paese aggiungendo un nodo di complessità (ma anche di ricchezza) alla tessitura del nuovo centrosinistra. Da domani, c’è da giurarci, se ne discuterà, se non altro perché – dopo un dibattito approfondito – il sindacato di Maurizio Landini ha deciso di rompere gli indugi e di muovere un primo passo che (consapevolmente) potrebbe fargli piovere sulla testa una grandinata di polemiche,ma che, ancora una volta, accenderà l’attenzione sui metalmeccanici della Cgil e sulle loro battaglie.
Sta di fatto che da domani comincia il conto alla rovescia per un appuntamento che nell’ultimo mese è stato preparato da una serie di incontri riservati con tutti i principali leader di partito del centrosinistra, di cui – quasi incredibilmente – fino ad oggi non erano trapelate né la notizia né il contenuto. Sta di fatto che, il 9 giugno, a Roma, il gruppo dirigente della Fiom ha convocato a Roma Pierluigi Bersani, Antonio Di Pietro, Nichi Vendola, i movimenti, i sindaci progressisti. Non sarà una passeggiata per nessuno. E il dato clamoroso è che se non ottenesse quello che chiede, una parte del gruppo dirigente non esclude di promuovere un cartello elettorale. Così, per capire quale sia la posta in palio bisogna tornare all’ultimo comitato centrale del sindacatone rosso, meno di un mese fa, quando Giorgio Airaudo, il numero due della Fiom costruisce uno slogan che riassume mesi di discussioni: “In questi anni abbiamo fatto una battaglia per difendere i diritti, e per questo sempre inseguiti dall’accusa di fare politica. Da oggi in poi, visto che le nostre battaglie non hanno trovato sponda – dice – dobbiamo puntare a inserire i diritti e il lavoro nell’agenda della politica. Dobbiamo fare politica, quindi, a viso aperto, perché il sindacato e i lavoratori non restino più soli”. Anche chi non conosce il lessico sindacalese si può rendere conto che il teorema Airaudo apre una strada a una piccola rivoluzione. Ma il fatto che nel parlamentino delle tute blu della Cgil nessuno quel giorno sollevi delle critiche, rende l’idea di quanto questa svolta sia maturata in profondità nell’ultimo anno.
Lo scenario è quello delle battaglie legali, dei referendum nelle fabbriche, delle sentenze dei giudici disattese dalla Fiat, nel disinteresse pressoché generale dei dirigenti del centrosinistra. “Dobbiamo riscrivere la lista delle priorità – ama ripetere Landini – e i primi due punti più importanti si chiamano lavoro e diritti”. Insomma, un mantra. Quel giorno, nel comitato centrale non c’è più nemmeno Fausto Durante, leader dell’ala “Camussiana ” della Fiom, la destra interna appena assurto ad un nuovo incarico confederale. Ma nessuno dei suoi eredi solleva dubbi. Anche quelli abituati al gioco delle parti fra il gatto e la volpe, a cui Landini e Airaudo si sono specializzati in questi anni, restano stupiti quando Landini conclude dando la linea: “Dobbiamo costruire una iniziativa forte attorno alla Fiom che abbia un peso sulla politica”.
Come, e in che modo? In realtà, dal referendum Fiat fino al convegno di Monte Silvano Landini si sta arrovellando intorno a questa domanda. La prima formula a cui la Fiom ha pensato è quella di un “Patto su lavoro e diritti” da proporre a tutti i candidati del centrosinistra nessuno escluso. Una sorta di bollino di garanzia certificato dal sindacato, o – se volete un modello – un remake sociale di quello che fu il patto Segni nel 1993. Al posto dei vincoli sulla riforma elettorale, la Fiom vuole organizzare un impegno su questi temi:
1) La riscrittura della riforma previdenziale sui lavori usuranti e sul riconoscimento differenziato della fatica del lavoro
2) Un pacchetto di leggi per il riconoscimento della democrazia sindacale
3) Una legge sui precari
4) La modulazione di un salario di cittadinanza
5) Un impegno del governo a sostenere un piano strategico sulle politiche industriali.

La prima notizia è che nessuno dei leader ha rifiutato l’invito o ha pronunciato un ‘no’ preliminare. Anzi, il leader che potrebbe avere qualche problema alla sua “ala destra ”, a sottoscrivere il patto- Bersani – non ha chiuso nessuna porta. Anzi, ha detto: “Ci sarò”. La seconda è che la sortita Vendola-Di Pietro con l’ultimatum al Pd forse avviene anche perché in questo scenario complesso sono molti i protagonisti che si muovono. Non è un caso che Landini e Airaudo abbiano incontrato anche il gruppo dei professori de l’Alba (la Fiom era presente all’assemblea fondativa con il suo numero due) e il gruppo di MicroMega di Flores D’Arcais . L’incontro con Vendola, fra l’altro è avvenuto subito dopo il primo turno delle elezioni francesi. Dove gli uomini della Fiom hanno osservato con molta attenzione il risultato di Jean Luc Melenchon, che con il suo Front de Gauche ha ottenuto un risulto a due cifre (federando tutte le sinistre radicali) e riuscendo nel risultato politico, per loro ancora più importante, di spostare “a sinistra ” il baricentro della campagna di Francois Hollande.
Infine il rischio: con questa iniziativa la Fiom bypassa anche la Cgil della Camusso. Un leader storico delle tute blu come Gianni Rinaldini, ascoltatissimo padre politico di Landini, non nasconde la sua visione, molto critica sulle scelte di corso Italia: “La Cgil avrà motivo per interrogarsi sui suoi rapporti di subalternità ai partiti. Vedo grande agitazione e slogan – osserva l’ex numero uno della Fiom – ma un sindacato che alla fine ratifica le mediazioni della maggioranza”. Anche Rinaldini sogna un ruolo propositivo: “Nel mondo dove la sinistra funziona i sindacati fanno questo: pensate al Brasile, dove nel Pt questo schema ha funzionato, eccome”. Già. Perché nella Fiom, e nei movimenti che ha aggregato, sono molti a credere che Landini possa essere un nuovo Lula. Magari anche nelle prossime elezioni.


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martedì 12 giugno 2012

Violenta carica della polizia al picchetto dei lavoratori al "Gigante"


Violenta carica della polizia al picchetto dei lavoratori al "Gigante"

Questa mattina un plotone in tenuta antisommossa della polizia ha replicato l'attacco dell'8 giugno al picchetto dei lavoratori in sciopero davanti ai magazzini del Gigante, il tutto per cercare di far entrare nell'azienda dei crumiri venuti dall'esterno per lavorare al loro posto.
Hanno sparato lacrimogeni ad altezza d'uomo, spezzato le gambe a due lavoratori e pestato duramente gli scioperanti ferendone una quindicina.
Lo scontro è stato violento: gli operai, soprattutto pakistani ed egiziani, hanno tentato di resistere a mani nude alla carica della polizia ma difronte all'armamentario messo in campo dagli avversari hanno dovuto soccombere. I crumiri sono, così, entrati grazie al distaccamento armato della polizia sempre al servizio dei padroni per reprimere la lotta dei lavoratori, questi ultimi erano li a difendere il loro posto di lavoro ( 90 su 120 lavoratori li vogliono licenziare nel cambio d'appalto delle cooperative ). Alla fine dello scontro hanno arrestato e portato via uno dei delegati dei lavoratori in sciopero.
i lavoratori in questione prendevano 9 euro l' ora e sono stati licenziati e sostituiti con altrettanti lavoratori extracomunitari pagati 6 euro l' ora.

Basiano (MI). La polizia carica e spara lacrimogeni sugli operai licenziati. 14 operai feriti, 16 fermati e rappresaglie in ospedale.


Si è trasformato in una guerriglia lo sciopero dei lavoratori della Gartico, società che gestisce il settore logistico per la catena di supermercati Il Gigante, a Basiano, nel milanese. I lavoratori sono in agitazione da settimane, dopo che la Gartico – nel sistema di scatole cinesi in cui è inserita - aveva deciso di non servirsi più della Alma Group, una cooperativa di Peschiera Borromeo (Mi), annunciando il licenziamento di 89 dipendenti. Ma secondo la versione dei lavoratori, la società li avrebbe lasciati a casa perché colpevoli di aver denunciato le “ingiuste condizioni di lavoro” a cui erano sottoposti. La mobilitazione non si era fatta attendere, e gli operai avevano occupato un capannone della società; venerdì la polizia è intervenuta e, dopo violenti scontri, il capannone è stato sgomberato. Da ieri i dipendenti erano tornati alla carica con un presidio permanente, e picchettando la fabbrica nella notte, durante la quale era atteso un pullman di operai che avrebbero dovuto sostituire, con salari inferiori, quelli licenziati. Il pullman è arrivato questa mattina alle 6.45, scortato da polizia e Digos: dopo mezzora i manifestanti che circondavano la fabbrica erano già diventati bersaglio di cariche e lanci di lacrimogeni; gli operai più vicini ai cancelli vengono schiacciati durante le prime cariche, e in 5 vengono subito trasportati, in elicottero e in ambulanze, negli ospedali della zona per le ferite riportate. Secondo chi era presente sul posto, la polizia avrebbe in un primo momento arretrato perché numericamente inferiore rispetto ai lavoratori in presidio, per poi esplodere numerosi lacrimogeni dai tetti dei cellulari e dei blindati. Alla fine i feriti, fra i lavoratori, risultano 14 – tra questi, risultano gravi 2 operai con le gambe spezzate e uno ferito all’addome -, e 16 sono i fermati. La maggior parte sarebbero di origini pachistane ed egiziane. Nelle ore successive operai e rappresentanti sindacali denunciano rappresaglie da parte delle forze dell’ordine, che si sarebbero recate negli ospedali per dichiarare in stato di fermo gli operai soccorsi e ricoverati dopo le cariche. Gli operai intanto si sono dati appuntamento per questa sera alle 21.00, in luogo ancora da definire, per riprendere la lotta.
Luciano Muhlbauer - Rifondazione comunista-Fds Milano – ritiene che “quanto avvenuto questa mattina a Basiano, con le violente cariche delle forze dell’ordine contro un presidio di operai che protestavano contro il loro licenziamento, è grave, inaccettabile e non deve ripetersi”; occorre - prosegue Muhlbauer - “arrestare la pericolosa tendenza di delegare a polizia e carabinieri la soluzione di conflitti che nulla c’entrano con l’ordine pubblica”. Quello di Muhlbauer è dunque “un richiamo ad una precisa responsabilità politica ed istituzionale”: “situazioni come quelle del licenziamento dei 90 operai di Basiano -continua Muhlbauer - per sostituirli con altri operai che costano ancora meno, stanno purtroppo diventando ordinaria amministrazione e sono conseguenza diretta della continua erosione di diritti e regole nel mercato del lavoro e dell’ormai sistematico immobilismo delle istituzioni”.

In un comunicato diffuso dai Cobas, che invitano tutti i lavoratori al presidio di questa sera, si legge:

“Questa mattina un plotone in tenuta antisommossa della polizia ha replicato l'attacco dell'8 giugno al picchetto dei lavoratori in sciopero davanti ai magazzini del Gigante, il tutto per cercare di far entrare nell'azienda dei crumiri venuti dall'esterno per lavorare al loro posto.
Hanno sparato lacrimogeni ad altezza d'uomo, spezzato le gambe a due lavoratori e pestato duramente gli scioperanti ferendone una quindicina. Lo scontro è stato violento: gli operai, soprattutto pakistani ed egiziani, hanno tentato di resistere a mani nude alla carica della polizia ma difronte all'armamentario messo in campo dagli avversari hanno dovuto soccombere. I crumiri sono, così, entrati grazie al distaccamento armato della polizia sempre al servizio dei padroni per reprimere la lotta dei lavoratori, questi ultimi erano lì a difendere il loro posto di lavoro ( 90 su 120 lavoratori li vogliono licenziare nel cambio d'appalto delle cooperative ). Alla fine dello scontro hanno arrestato e portato via uno dei delegati dei lavoratori in sciopero”.



 LICENZIATI E MAZZIATI/1
Basiano, mattinata di guerriglia
Sono una quindicina i carabinieri rimasti feriti
negli scontri avvenuti stamani alla ditta 'Gartico' di Basiano, in provincia di Milano. Anche 7 dei 90 manifestanti stranieri, diipendenti licenziati dall'impresa, sono stati soccorsi dagli operatori del 118. A quanto si apprende da fonti di polizia, gli operai in presidio davanti alla ditta di distribuzione alimentari, hanno lanciato sassi contro le forze dell'ordine, bloccando anche l'uscita dei mezzi per le consegne. Danneggiati anche un blindato dei carabinieri e l'auto di un funzionario


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venerdì 8 giugno 2012

ThyssenKrupp : Adesione allo sciopero generale del 22 giugno

Comunicato ex lavoratori ThyssenKrupp Torino
Adesione allo sciopero generale del 22 giugno



Gli ex lavoratori ThyssenKrupp di Torino aderiscono allo Sciopero Generale indetto da Usb, Cub, Cib-Unicobas, Snater, Usi e Si-Cobas per la giornata del 22 giugno a Roma e Milano contro il Governo Monti e il tentativo di riforma dell’Art. 18 proposta dal Ministro Fornero.
Allo sciopero si è unita anche la Rete28Aprile.

In una situazione di crisi generale economica, ambientale e culturale le misure introdotte dal disegno di legge del governo Monti (generale attacco ai diritti dei lavoratori attraverso: la possibilità di licenziare senza giusta causa; l’aumento delle tasse, l’introduzione dell'IMU e l'aumento dell'IVA; l’attacco alle pensioni e al diritto alla salute e alla sicurezza sui posti di lavoro; le politiche sociali che scaricano tutto il peso della crisi sui lavoratori per capitalizzare banche e gruppi finanziari, responsabili della crisi) non farebbero che peggiorare una situazione già insostenibile. In un appello recentemente diffuso dai Giuristi Democratici (disponibile su http://www.giuristidemovcratici.it/post/20120514171330/post_html) e rivolto ai parlamentari PD perché votino contro questa Riforma si stima, secondo i dati diffusi dalla CGIA di Mestre, che andranno persi 600.000 posti di lavoro nei primi 10 mesi di applicazione della legge, 2.000 licenziamenti al giorno! La solita ricetta di lacrime e sangue che Monti, Fornero, Marchionne e Squinzi vedono di buon occhio perché scarica sui lavoratori tutto il peso della crisi.

Noi ex lavoratori della ThyssenKrupp sappiamo bene, per averlo vissuto sulla nostra pelle, quali siano le misure che i vari governi che si sono succeduti, emanazione delle banche e del Vaticano hanno adottato e adottano per cercare di superare o quantomeno minimizzare gli effetti della crisi: la lapide a memoria dei 7 colleghi uccisi dal profitto nel rogo del 6 dicembre 2007 è lì a ricordarlo ogni giorno!

E come ha sottolineato G. Cremaschi (Micromega, 30 maggio 2012) anche i morti in Emilia seguiti alla prima scossa del terremoto, come nella vicenda ThyssenKrupp non sono da attribuire al sisma ma assolutamente riconducibili a chi ha mandato (volontariamente, assumendosene il rischio) i propri dipendenti, con un vergognoso ricatto, a morire sotto capannoni già pericolanti e per giunta in piena fase sismica. Quei morti gridano vendetta e vogliamo i colpevoli!

Per contrastare l’adozione di queste e altre misure allo studio del Governo Monti invitiamo la CGIL, il più grande sindacato italiano per numero di iscritti ma soprattutto per tradizione e storia (che quindi può e deve mobilitare i lavoratori) a rompere gli indugi e aderire a questa importantissima giornata di mobilitazione in sostegno dei lavoratori contro le modifiche all’Art. 18, strappato nel corso di decenni con lotte anche sanguinose.

La difesa del posto di lavoro sicuro e dignitoso (per chi ce l’ha) e la conquista di esso per milioni di giovani, donne e immigrati senza occupazione e senza alcuna prospettiva per il futuro nel nostro Paese, unite alla mobilitazione popolare (come quella, vastissima, che a marzo ha fatto fare dietro-front al Governo sull’Art. 18: dall’introduzione tramite decreto-legge alla discussione parlamentare) appaiono sempre più necessarie come misure che ci consentano di uscire dalla crisi.

Siamo perfettamente d’accordo con quanto espresso nel comunicato unitario (intitolato Dopo gli scioperi di marzo, diffuso il 26.05.12 e disponibile su manifestino.blogspot.com) degli operai della Same di Treviglio e della Piaggio di Pontedera: l’iniziativa deve rimanere in mano agli operai e non delegata unicamente al solito tavolo di trattativa fra Governo, organizzazioni sindacali e partiti e mantenere una chiarezza di obiettivi che consenta alla classe operaia non solo di mantenere una capacità di risposta contro gli attacchi ai loro diritti ma, ancora più importante, riprendere l’iniziativa per riaffermare i propri obiettivi sociali e politici. Non saranno certo Monti, la Fornero, i Marchionne o gli Squinzi e i loro lacchè a farlo al posto nostro.


Per questo aderiamo, invitiamo ad aderire e a promuovere nella maniera più ampia e partecipata possibile a questa importante mobilitazione ad associazioni, organismi, comitati e personalità pubbliche e singoli cittadini che già oggi, secondo caratteristiche proprie e in ambiti diversi, si battono contro questa deriva economica, ambientale e morale in cui il capitalismo ci sta trascinando e per costruire un modello sociale alternativo senza più sfruttamento: dove ogni azione non sia dettata dal profitto ma dai bisogni concreti di lavoratori e cittadini.
Al degrado proposto da questo sistema opponiamo sogni ed aspirazioni che ognuno di noi ha e che questo sistema nega, alla deriva culturale propinataci dall’informazione di regime riappropriamoci del diritto allo studio (faticoso ma necessario per avere chiari i nostri obiettivi di classe), al decadimento morale di questo sistema in putrefazione opponiamo una morale nuova, che metta al centro la salvaguardi degli interessi (di classe) di tutti come unico mezzo per salvaguardare gli interessi di ognuno di noi. In sostanza, dipende da noi.

Il 22 giugno tutti allo Sciopero Generale!
Aderire, partecipare e promuovere la mobilitazione a tutti i livelli e in tutti gli ambiti sociali!
Bloccare il Paese, un primo passo verso la cacciata del Governo Monti e della sua cricca!
 Scarica 08.06.2012 Comunicato ex lavoratori ThyssenKrupp Torino - Adesione allo sciopero generale del 22 giugno.doc (37,5 KB)
08.06.201...doc
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Torino, 8 giugno 2012                                                                 Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino



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lunedì 4 giugno 2012

LAVORO: CRISI E PRECARIETA' IN MARTESANA, PRESIDIO JABIL


SITO NOKIA SIEMENS CASSINA DE PECCHI
E' stata convocata per Mercoledi 11 luglio alle ore 11.30 presso la Provincia di Milano in via Vivaio 1 a Milanola Commissione Lavoro con a tema:

-ODG: Illustrazione Protocollo istituzionale di Intesa "Iniziative a tutela della vocazione del sito industriale Nokia Siemens di Cassina de Pecchi" sottoscritto da Ministero Sviluppo Economico, Regione Lombardia, Provincia di Milano e Comune di Cassina de Pecchi.

La realtà della Nokia Siemens di Cassina de Pecchi è un eccellenza del nostro territorio, chiuderla sarebbe una grave perdita per tutti noi.
Se vuoi leggere il Protocollo d'Intesa clicca qui
PRESIDIO JABIL

    • martedì 12 giugno 2012
    • 20.30 fino a 23.30 in UTC+08

  • PALAZZO TRIVULZIO VIA DANTE 2 MELZO MI

  • INTERVERANNO:
    - I LAVORATORI DELLA JABIL
    - ROBERTO MALANCA RAPPRESENTANTE SINDACALE JABIL
    - STEFANIA CAVALLO SOCIOLOGA E AUTRICE DI “LAVORATORI ACROBATI”
    - UN RAPPRESENTANTE DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI MELZO
    - MODERA LUIGI BRAMBILLASCHI.
    SI FARA’ IL PUNTO SULLA SITUAZIONE DEL LAVORO
    E DELLE CRISI ANCORA APERTE SUL TERRITORIO.
    SIETE INVITATI A PARTECIPARE
    INGRESSO LIBERO.

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PRESIDIO JABIL
Ex Nokia/Siemens
CON IL PATROCINIO DEL
COMUNE DI MELZO
ORGANIZZA UN INCONTRO SU
IL LAVORO:
CRISI E PRECARIETÀ IN MARTESANA
MARTEDÌ,
12 GIUGNO 2012 DALLE ORE 20.30 ALLE ORE 23.30

VIA DANTE, 2 - ENTRATA SALA VALLAPERTI
PALAZZO TRIVULZIO - MELZO
INTERVERANNO:
- I LAVORATORI DELLA JABIL
- ROBERTO MALANCA RAPPRESENTANTE SINDACALE JABIL
- STEFANIA CAVALLO SOCIOLOGA E AUTRICE DI “LAVORATORI ACROBATI”
- UN RAPPRESENTANTE DELL’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI MELZO
- MODERA LUIGI BRAMBILLASCHI.
SI FARA’ IL PUNTO SULLA SITUAZIONE DEL LAVORO
E DELLE CRISI ANCORA APERTE SUL TERRITORIO.
SIETE INVITATI A PARTECIPARE
INGRESSO LIBERO.
CONTATTI:
ROBERTO MALANCA CELL 3294749207
STEFANIA CAVALLO CELL 3921316509
LUIGI BRAMBILLASCHI CELL 3347771566
“CALARSI NEL TERRITORIO PER ASCOLTARE, ASCOLTARCI,
PER RIPRENDERE LA PAROLA.”

http://www.facebook.com/events/444035322273736/


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venerdì 1 giugno 2012

Ritorsioni su 20 operai Fiom della Sevel-Fiat



Ritorsioni su 20 operai Fiom della Sevel-Fiat. Fiom-Cgil: "comportamenti ignobili e antisindacali"

La Fiom-Cgil ha reso noto, e denunciato, alcuni casi di ritorsione nei confronti di suoi operai iscritti da parte della Sevel (Società Europea Veicoli Leggeri, gruppo Fiat) di Lanciano (CH), in seguito allo sciopero di 2 ore dello scorso 24 maggio. Secondo quanto denunciato dalla Fiom-Cgil si tratta di circa 20 operai che, rei di aver preso parte allo sciopero, sarebbero stati trasferiti dalle proprie postazioni. Lo sciopero, ricorda la Fiom in una nota ufficiale, era stato indetto “per contrastare l'aumento dei ritmi e carichi di lavoro nel reparto montaggio con assemblea davanti ai cancelli. La Sevel è andata su tutte le furie scatenando un azione repressiva nei confronti di chi ha scioperato”. Per questo motivo il sindacato annuncia che il proprio ufficio legale, sia territoriale che nazionale, ha già sporto denuncia alle autorità competenti contro chi ha avviato queste procedure “ignobili”, e adottato “comportamenti antisindacali che ledono il diritto di sciopero”; e fa appello “a tutti i lavoratori che hanno subito minacce o ritorsioni di rivolgersi alle rsa Fiom per attivare altre procedure legali”.


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