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martedì 29 ottobre 2013

Curriculum, Lettera di presentazione, Lettera di raccomandazione, Colloqui di lavoro, Contratto


CURRICULUM VITAE

Il Curriculum è, senza dubbio, uno dei punti chiave quando si vuole cercare lavoro. In esso mostriamo la nostra esperienza ed attitudine per dare la possibilità di conoscersi e di capire cosa siamo in grado di offrire. Le imprese ogni volta cercano nuovi requisiti per completare il loro organico, quindi il nostro CV deve essere capace di coprire questi requisiti per avere delle chances quando si ottiene il posto di lavoro.

Che cos’è

Il CV è il riepilogo di tutti i dati accademici e lavorativi di una persona, oltre alle varie esperienze avute durante la sua vita; è la vetrina di noi stessi. Dev’essere un’ espressione concisa di tutte le informazioni di una persona: dati personali, formazione, esperienza professionale, ecc. Tutto con il medesimo scopo: ottenere un colloquio di lavoro.

Caratteristiche

Il CV deve servire come presentazione al futuro datore di lavoro. Deve puntare sugli aspetti più rilevanti della nostra personalità e del nostro trascorso accademico e professionale. Deve focalizzare sui dati che meglio parlano di noi, soprattutto per facilitare questo compito al datore di lavoro dopo il colloquio. A volte è consigliabile adeguare il CV sulla base dei requisiti richiesti per il posto di lavoro; ma in nessun momento si deve mentire sulle nostre capacità.

Prima di realizzare il CV

A causa del gran numero di richieste per un posto di lavoro, le imprese chiedono ogni volta un profilo sempre più specializzato e requisiti concreti. Quindi, non sono solo importanti le conoscenze lavorative che possiedi, ma anche l’adempiere ad una serie di caratteristiche e capacità personali che dovresti sviluppare nel nuovo posto di lavoro. Per questo il CV deve esprimere tutte queste caratteristiche in maniera adeguata. Quindi, prima di ogni altra cosa, dobbiamo conoscerci e sapere ciò che l’impresa sta cercando nei suoi futuri impiegati. E’ importante, inoltre, avere ben presente le informazioni che si vogliono dare e l’ordine di apparizione. Devi pensare che il CV è l’unica opportunità che avrai per fare buona impressione verso i tuoi possibili datori di lavoro. Dovresti prenderti del tempo per pianificare le seguenti questioni: A chi voglio dirigere il mio curriculum? Conoscere la compagnia e sapere quello che cerca per poterlo focalizzare sulla base delle loro necessità. A quale posto mi voglio presentare? Sapere che posto è e quali requisiti sono richiesti per ottenerlo. La mia preparazione è sufficiente? E’ molto importante sapere se si possiede quello che viene richiesto, e se così fosse, evidenziarlo. Conseguimenti professionali: sottolinea quello che ti riesce bene e del quale sei orgoglioso, soprattutto se ha a che vedere con il mondo lavorativo. Esperienze professionali precedenti: fai un’analisi del tuo excursus lavorativo. Trasforma in maniera positiva i periodi di inattività ed i compiti realizzati. Lingue: oggigiorno è un requisito indispensabile per la maggior parte delle offerte di lavoro. Se conosci qualche lingua in maniera fluida, mettilo in risalto. Conoscenza dell’informatica: realizza una lista con i programmi che sai usare ed il tuo livello di dominio. Se la conoscenza di uno essi è richiesto per il posto di lavoro, mettilo in risalto. Quali altre esperienze posso inserire? Ci sono diverse esperienze che sono tenute in alta considerazione in un CV, come per esempio il volontariato, soggiorni all’estero, ecc. E’ un modo per dimostrare le tue capacità e voglia di imparare.

Struttura del CV

Dopo aver analizzato la nostra persona e l’impresa, è arrivato il momento di redigere il nostro CV. La sua struttura è standard, quindi bisogna prestare attenzione nella forma di espressione e selezionare attentamente le parole chiave per descriverti. Per prima cosa bisogna mettere il titolo, ossia “Curriculum Vitae” e/o aggiungendo il nostro nome. Successivamente si inizia a strutturare il nostro CV nella seguente maniera: Dati personali: Nome e Cognome, Data e Luogo di nascita, Stato civile, Indirizzo personale, Telefono, Indirizzo di posta elettronica, ecc. Formazione accademica: studi realizzati comprensivi di data d’inizio e fine, centro di studi e località. Di solito bastano quegli studi più importanti per la tua formazione professionale. Altri titoli: studi complementari che abbiano migliorato la tua formazione accademica, con gli stessi dati menzionati nel punto precedente. Profilo personale: una breve biografia della tua traiettoria professionale, un piccolo riassunto delle tue attitudini e capacità professionali. Dovresti rispondere alle tre seguenti domande: chi sono, quali sono le mie capacità, attitudini ed obiettivi specifici. Da non confondere con la lettera di Presentazione. Esperienza lavorativa: esperienza professionale relazionata con la formazione ricevuta, o che possa essere di utilità per l’impresa alla quale ti offri. Devi mettere in ognuna la data, il nome dell’impresa ed i tuoi incarichi. Focalizza ciò che hai raggiunto e come hai contribuito in questo posto di lavoro. Lingue: tutte le lingue che conosci ed il tuo livello di preparazione (parlato, scritto e letto) di ognuna di esse. Se possiedi qualche certificato che attesti il tuo livello, indicalo. Informatica: elenca le tue conoscenze informatiche per categoria, specificando il tuo livello di preparazione: Foglio di calcolo, Sistemi operativi, Disegno Grafico, Processore, Internet, ecc. Altri dati di interesse: segnala tutti gli aspetti non menzionati nei punti precedenti e che consideri di notevole importanza: patente di guida, disponibilità, inclinazioni, passioni. Possono dire molto su di te e possono fare la differenza rispetto agli altri candidati. Non dilungarti con questo, ma nemmeno elencarli in maniera generica, in quanto devono apportare informazioni di valore.

Raccomandazioni

Il CV non deve superare le tre pagine. Ricorda che l’intervistatore ha poco tempo per leggere i CV, quindi bisogna facilitargli il lavoro. Economizza ciò che vai a dire. Se puoi dire un concetto con tre parole, invece di dieci. Per esempio, scrivi “Redattore Capo. Funzioni…” invece di “Come Redattore Capo le mie funzioni erano…”. Evita le frasi fatte e troppo ridondanti. Non scrivere frasi inutili solo per riempire degli spazi. Esprimi un’idea per frase. Cerca di usare frasi, parole e paragrafi brevi. Ti eviteranno eventuali problemi che possono nascere con la comunicazione scritta. Se devi allegare una foto, che sia originale. Non allegare nessuna fotocopia, pur di buona qualità. Non consegnare mai una fotocopia del tuo CV. Deve sempre essere originale. Devi stare molto attento all’immagine. Mostra in ogni CV le caratteristiche che ogni impresa cerca e che tu possiedi. Non ci sono due imprese uguali, come non ci sono due impiegati uguali. Metti in risalto ciò che ti sembra adatto secondo i posti di lavoro. Evita i colori stridenti nel tuo curriculum. Cura molto la creatività del CV. Ricorda che è la vetrina di te stesso ed in molti posti di lavoro può essere un punto a favore. Non allegare nessun certificato o titolo se non richiesto. Non scrivere a mano, a meno che non sia richiesto dall’impresa.

Modelli

Sulla base della tua traiettoria e l’offerta alla quale vai a rispondere, puoi scegliere tra tre forme differenti di redazione CV.

CV Cronologico

E’ il più usato. E’ quello che mostra la tua storia lavorativa ed accademica ordinata secondo date, e sempre indicando prima la più attuale. Questo modello è il più adatto se si ha una lunga traiettoria professionale e/o quando le tue funzioni si sono sviluppate nella medesima area, e si apprezza quindi una progressione. Vantaggi: mette in evidenza l’evoluzione della tua carriera, il miglioramento degli incarichi e la promozione professionale, è il formato più tradizionale ed accettato maggiormente, facile da leggere e da capire; riflette con maggior rapidità i dati rilevanti. Inconvenienti: mette in risalto i lunghi periodi di inattività o i cambi frequenti di lavoro, può riflettere con maggior facilità la tua età, può mostrare la mancanza di riqualificazione professionale e formativa.

CV funzionale

E’ quello orientato a mettere in risalto le tue capacità ed obiettivi, senza dare troppa informazione sul dove ebbero luogo. L’informazione si raggruppa in blocchi o categorie, in prima posizione quelle più affini al posto di lavoro vacante. Questo permette di avere una conoscenza rapida della tua esperienza in determinati ambiti. E’ molto consigliabile per quelle offerte di lavoro completamente differenti da quelle indicate precedentemente, dove non è rilevante la tua esperienza lavorativa anteriore; o se per molto tempo sei stato inattivo o hai appena terminato gli studi universitari e manchi di esperienza. Vantaggi: è più centrato alle tue capacità ed attitudini e non tanto alla tua esperienza professionale, molto più flessibile quando si devono organizzare le informazioni o quando si deve inserire una nuova relazionata con i nostri interessi e motivazioni e permette di avere una conoscenza più istantanea della nostra formazione. Inconvenienti: sono messe in secondo piano le imprese dove hai lavorato e il periodo trascorso in tali imprese e limitano la descrizione dei tuoi compiti e responsabilità nei lavori precedenti.

CV misto

Si può optare per un modello misto di entrambi i modelli. E’ il più completo in quanto mescola le due versioni precedenti, anche se molto più complicato realizzarlo. Si deve iniziare con il modello funzionale, organizzando le informazioni per tema, per poi continuare con l’ordine cronologico. Vantaggi: risalta tutte le funzioni e capacità, come la tua esperienza e formazione, è molto più flessibile e permette maggiore creatività. Inconvenienti: non è ideale per le imprese che chiedono un cv standard, come le pagine web di lavoro, o CV differenti per ogni posto di lavoro, è un lavoro extra.

LETTERA DI PRESENTAZIONE

Nel momento in cui dobbiamo realizzare il nostro CV, è consigliabile preparare una “Lettera di Presentazione”, diretta all’impresa alla quale ci candidiamo per un posto di lavoro. Una buona presentazione apporterà più opportunità alla tua candidatura rispetto al resto.

Cos’è

La Lettera di Presenzione è una sorta di introduzione al nostro CV, un saluto ed una cortese presentazione dell’aspirante verso l’impresa in questione. In essa il selezionatore potrà trovare le prime informazioni che possono essere rilevanti per noi e che potranno essere determinanti nel momento della candidatura sia da un punto di vista positivo o negativo. Il suo scopo è creare una prima buona impressione di noi, facendo si che il potenziale datore di lavoro tenga in alta considerazione il nostro CV per un’eventuale colloquio personale e per il posto richiesto. Quindi, la Lettera di Presentazione deve esprimere le nostre motivazioni e capacità verso il posto richiesto, in modo breve e conciso. Le sue funzioni sono, essenzialmente: Chiamare l’attenzione del potenziale datore di lavoro su di noi e sottolineare la differenza tra noi e gli altri candidati. Esprimere il nostro interesse verso l’impresa o il posto al quale siamo interessati. Descrivere le nostre capacità e, se si vuole, indicare alcune caratteristiche della nostra personalità. Ci sono due tipi di Lettera di Presentazione: Lettera di Presentazione diretta espressamente per il posto: è quella che si prepara per un posto offerto. E’ necessario fare un’analisi previa dell’impresa per realizzare questa lettera, come al settore al quale ci stiamo dirigendo; e fare riferimento al posto di lavoro, data e luogo dove abbiamo visto l’offerta di lavoro nell’intestazione. Dobbiamo enfatizzare quelle capacità e caratteristiche che rispecchino meglio con il profilo richiesto nell’offerta e rendere evidente il nostro interesse a far parte dell’impresa in questione. Lettera di Autopresentazione: non va diretta a nessuna offerta di lavoro in concreto. Il suo obiettivo è creare un ricordo positivo davanti a possibili future offerte; è consigliabile dirigersi al massimo responsabile della selezione dell’impresa che ci interessa. Dobbiamo indicare chiaramente l’incarico che desideriamo ottenere, le nostre abilità e capacità, la nostra formazione. Tutto questo orientato agli interessi dell’impresa.

Struttura della Lettera di Presentazione

INTESTAZIONE

I dati personali del candidato (nome ed indirizzo completo, codice postale, telefono e mail) devono essere indicati nella parte superiore a sinistra o al centro. Sotto i dati, con interlinea doppia, a destra, devono apparire i dati del destinatario, tenendo conto che il nome deve essere preceduto dal titolo o incarico. Successivamente si scriveranno il nome ed i dati dell’impresa. Due linee sotto e a destra, si indicherà la località e la data d’invio della lettera in questo modo: “Madrid, 24 novembre 2011” Nel caso in cui stiamo sollecitando un posto concreto, dobbiamo inserirlo come riferimento in questa intestazione. SVILUPPO Saluto: in quanto lettera diretta ad un destinatario, metteremo il nome completo o il cognome dello stesso preceduto dal titolo. Nel caso in cui non sappiamo a chi dirigersi, utilizzeremo una forma più generica (Signor direttore delle Risorse Umane, Signori, ecc…) Introduzione: presentazione ed obiettivi della lettera; deve richiamare l’attenzione del lettore sul riferimento al posto che richiediamo e dove ne siamo venuti a conoscenza (nel caso). Se conosci la compagnia, è consigliabile far menzione dei premi vinti, dei progetti di sviluppo, ecc. Corpo: è questo lo spazio dove devi “venderti”, rimarcare i punti focali del tuo cv e di te stesso. Mostrare le tue capacità per il posto offerto o, nel caso che sia una Lettera di Autopresentazione, per il quale ti piacerebbe presentarti. In definitiva, spiegare all’impesa il perché è necessario offrirti un contratto. CHIUSURA Sollecita un colloquio futuro ma cerca di non creare un topico come “spero in una chiamata” e di non essere troppo diretto chiedendo un colloquio. Saluta in maniera cortese e cerca di fare un qualche complimento all’impresa. Non dimenticarti di firmare e, come consiglio, includi un tuo telefono come appunto finale.

ALTRE RACCOMANDAZIONI

Indica prima di tutto ciò che desideri e poi giustifica questa affermazione. Non eccedere con la lettera; massimo 200 parole. Breve e concisa. Bastano quattro o cinque paragrafi per la tua redazione. Il primo e l’ultimo sono i più importanti. Usa sempre la prima persona. Usa piuttosto verbi che aggettivi. Includi delle parole presenti nell’offerta del lavoro oltre a frasi convincenti e parole positive. Evita tutte le informazioni che non hanno a che fare con il posto, settore e/o impresa ed adatta il tuo vocabolario al settore in questione. Mantieni una coerenza nella struttura. Se inizi le frasi con verbi, vedi di continuare con questo stile. Evita i verbi in gerundio; meglio usare i verbi attivi. Attenzione all’ortografia, sintassi e grammatica. Manda sempre un lettera originale con carta pulita. Non scrivere con la penna. Gli angoli devono essere perfetti.

Ricorda:

Non dimenticare che la Lettera di Presentazione aiuterà il destinatario ad emettere un giudizio su di te. La Lettera deve presentarti in maniera positiva; è importante quanto un cv per la decisione finale. Non dimenticarti di essere proattivo verso ciò che l’offerta e l’impresa richiede. Dimostra tutte le capacità che possano essere di interesse per il posto in questione.

LETTERA DI RACCOMANDAZIONE

Nel momento in cui ci si presenta per un posto di lavoro, a volte, il curriculum e la lettera di presentazione non sono sufficienti per ottenere l’impiego. Uno degli strumenti che possono portare la bilancia a tuo favore è la Lettera di Raccomandazione.

CHE COS’E’

La Lettera di Raccomandazione, come proprio indica il suo nome, è quella che raccomanda qualcuno ad altre persone, in questo caso all’impresa. Di solito viene realizzata da qualcuno di importante dell’impresa del lavoro precedente, ma può anche essere redatta da qualche collega o antico professore. E’ il documento che porta un’informazione ulteriore ed esterna al CV e alla Lettera di Presentazione.

Essa descrive in maniera positiva la vita lavoratrice precedente del candidato e le sue qualità personali. Ad un certo modo è una garanzia che porta sicurezza e fiducia al destinatario nei confronti del candidato.

CARATTERISTICHE

Non deve superare le due pagine di lunghezza e deve essere redatta con un linguaggio formale, ortografia attenta e presentata grammaticalmente corretto. Scritta al computer. Viene considerata molto attentamente se proviene da qualcuno con un incarico molto importante. Deve essere diretta alla persona incaricata alla selezione del personale; da evitare l’invio impersonale. Bisogna essere concreti. Meglio centrare su vari aspetti differenti della persona piuttosto che cercare di descrivere tutto; deve essere uno specchio della persona, della sua crescita e del contributo all’impresa precedente. Evitare qualsiasi tipo di discriminazione, come la religione, nazionalità, genere, età, stato civile, ecc. E’ preferibile usare parole che denotino energia e predisposizione - che si impegna, intelligente, osservatore, efficiente, creativo…ed evitare il più possibile qualsiasi parola che possa essere portare ad equivoci. E’ preferibile offrire alla persona che va a redigere la lettera, una brutta copia, così da non rubargli del tempo e facilitargli il lavoro. Evitare che la lettera sia pedante e forzata. E’ opportuno consegnare al nostro “raccomandatore” il cv così da dargli più informazioni alle quali appoggiarsi.

LA LETTERA DI RACCOMANDAZIONE:

Identificazione: diretta sempre alla persona incaricata alla selezione del personale dell’impresa. E’ molto importante saperne il nome o i nomi. Successivamente dobbiamo identificare la persona che ci raccomanda, apprezzando il suo ruolo e i suoi dati. Contesto: parte della lettera dove specifica il lavoro o le attività realizzate dalla persona da raccomandare, e dove si elencano gli aspetti e le caratteristiche positive della persona. Possibilmente adeguarle al profilo cercato dalla nuova impresa. Raccomandazione: qui si relazionano gli aspetti positivi lavorativi e personali con il posto di lavoro che si desidera ottenere. Chiusura: una piccola conclusione di quanto detto antecedentemente, chiudendo la nostra referenza ed offrendo i nostri servizi per successivi dubbi o dettagli del candidato.

Colloquio di lavoro

Dopo aver realizzato tutti i passi precedenti per la ricerca di un impiego, arriverà lo scopo finale: il colloquio di lavoro. Il colloquio personale sarà il passo più importante per ottenere il posto di lavoro desiderato. Bisogna presentarsi ben preparati per ciò che si vuole dire, nell’abbigliamento e nell’atteggiamento, per dare una buona impressione all’intervistatore.

Cos’è

E’ lo strumento più utilizzato quando bisogna selezionare del nuovo personale in un’impresa. Una presa di contatto tra l’impresa, il responsabile delle Risorse Umane della stessa, ed il candidato al posto di lavoro. Da parte tua, il Colloquio deve avere come obiettivo il convincere l’intervistatore del fatto che sei la persona che stanno cercando e che vuoi dimostrare con i fatti le tue affermazioni. Si basa su una serie di domande e risposte tra ambe le parti e, a volte, anche su una prova scritta (test psicotecnico, d’attualità, ecc.) o, in qualche caso, pratica. Un altro obiettivo che deve avere il colloquio è che l’intervistatore acquisisca maggiori informazioni sul candidato e lo aiuti a risolvere i dubbi che possono verificarsi quando deve rivedere la sua candidatura.

Tipi

Colloquio telefonico: di solito sono coordinati con anticipo. Molte volte è il primo passo per avere poi un colloquio di persona, quindi bisogna essere preparati come in qualsiasi altro colloquio. Non dimenticare di avere carta e penna a portata di mano, e naturalmente il tuo cv. Il vantaggio è che puoi prepararti in anticipo ed avere tutto sotto mano mentre sei al telefono. Gli svantaggi è che ci sono atteggiamenti personali che possono sfuggire per il fatto di non stare di fronte all’intervistatore. Colloquio di persona: è la più comune. Si realizza tra il candidato ed un rappresentante della compagnia. Il suo scopo è riuscire a conoscere il candidato e le sue capacità reazionali, oltre a conoscere più da vicino le sue attitudini e capacità. Colloquio davanti a commissione: è come il colloquio individuale solo che intervengono altri intervistatori. Colloquio di gruppo: si convocano diversi candidati alla volta. Si realizzano dibattiti, si propongono situazioni, ecc. Tutto per dar la possibilità al selezionatore di vedere come agisce ed interagisce ogni candidato davanti alle situazioni che si presentano.

Prima del colloquio

Prima di presentarsi ad un colloquio è necessario prepararsi in anticipo per guadagnare fiducia in se stessi, calmare i nervi ed avere la certezza che andrà nel migliore dei modi. Quindi, ti raccomandiamo di tener ben presente i seguenti punti. Informati sull’impresa: a cosa si dedica, chi forma il consiglio d’amministrazione, progetti realizzati, caratteristiche del posto vacante. Questo dimostrerà un grande interesse verso l’impesa.

Controlla e ricordati il nome della persona che ti farà il colloquio. Preparati in anticipo ciò che vorrai dire. Realizza una relazione su quello che pensi di dire; anche se sembra una sciocchezza, quando ti presenterai davanti all’intervistatore ti aiuterà a mantenere la calma e ricordare aspetti che possono passare inosservati nel cv e che possono essere di aiuto. Rispondi a possibili domande. Anche se non puoi indovinare quello che ti chiederanno, è consigliabile farsi delle domande e prepararsi delle risposte: “perché ti piacerebbe lavorare qui?, “che stipendio vorresti?”, “qualità e difetti?”, “cosa pensa di portare in questa impresa”, ecc. Un trucco per evitare l’improvvisazione è il conosciuto metodo SWOT (Forza, Debolezza, Opportunità, Minacce). Prenditi del tempo per redigere in colonne questi quattro punti su te stesso e cercare soluzioni per le debolezze e minacce e per promuovere le forze e le opportunità, oltre a saper come convertire le tue minacce in opportunità.

Quando ti presenti al colloquio, porta con te almeno una copia del tuo CV. Studia tutto quello che hai messo sul CV. Quello che è scritto nel CV deve coincidere con ciò che racconti all’intervistatore, così eviterai situazioni imbarazzanti.

Evita di essere nervoso. Devi cercare di mantenere la calma ed essere mentalmente agile. Il giorno prima, quindi, riposa bene, evita eccesso di caffeina, ecc. Sii puntuale. Non arrivare con grande anticipo. Nel caso dovessi arrivare tardi, avvisa con sufficiente anticipo l’impresa per evitare di fare brutte figure. Non andare accompagnato al colloquio. Denota una carente personalità. Attento all’abbigliamento. In ordine ma senza che si noti questo sforzo per la tua personalità. Importante adeguare l’abbigliamento al posto che si richiede (per esempio, se il posto di lavoro è di direzione, bisogna presentarsi in completo). Ricorda che molte volte la discrezione è la cosa migliore rispetto all’essere appariscente e che sempre bisogna essere in linea con la propria personalità.

Durante il colloquio

Rispondi con naturalezza. Cerca di mantenere lontani i nervi, non mentire e non esagerare sulle informazioni che dai. Sin dall’inizio crea un ambiente piacevole e disteso. Devi essere gentile e rispettoso con il tuo intervistatore, mostrando sempre una certa positività davanti alla situazione. Non interrompere l’intervistatore, lascia che termini ciò che sta dicendo. Bisogna saper ascoltare con attenzione senza essere precipitoso nelle risposte. Dai sempre del “Lei” all’intervistatore, almeno finché non sia lui a scegliere una conversazione più informale. Attento a come parli, evita più che puoi gli intercalari, così come le espressioni taglienti e/o parole ricercate e ridondanti. Mantieni un tono di voce medio e pacato, rilassato. Allo stesso modo, controlla il linguaggio corporale. Siediti correttamente, non muoverti eccessivamente e non gesticolare molto. Per esempio, incrociare le braccia è segno di autodifesa. Evitalo. Non parlare troppo. Un buon interlocutore sa dire tutto in maniera concisa. Certo, non rispondere a monosillabi. Un buon trucco è pensare a ciò che andrai a rispondere prima di farlo, per chiarirti le idee. Evita di negare di rispondere; rispondi a tutte le domande che ti vengono fatte. Se qualche domanda ti risulta scomoda e non adeguata, la cosa migliore è rispondere educatamente senza fare pensare che la domanda non è rilevante al fine del colloquio. Non parlare male delle precedenti imprese e/o colleghi. Mostrati interessato; fai domande educatamente, sempre che siano attinenti al contesto. Non dimostrarti disperato. L’entusiasmo è ottimo, la supplica, no. Sia nel saluto iniziale che nel saluto finale, usa formule convenzionali ed aspetta che sia l’intervistatore a porgerti la mano. Non rimanere con dei dubbi. Se hai qualcosa da chiedere sull’offerta di lavoro, falla, però sempre con rispetto e senza essere troppo diretto. Non ti focalizzare sullo stipendio. Questo non è il momento per negoziare gli aspetti economici di un posto di lavoro, quindi cerca di evitarlo. Certo ti potrebbero chiedere quale sarebbe per te lo stipendio giusto, devi rispondere con onestà, senza puntare troppo in alto o troppo in basso. Non presentarti mal vestito. Como già abbiamo detto precedentemente, non devi mascherarti per il colloquio di lavoro, ma bisogna sempre mantenere un minimo di adeguatezza quando ci si prepara. L’immagine che dai ti te dice molto, e molto più se ti presenti per un posto di lavoro. Ringrazia la compagnia per l’opportunità che ti ha dato.

Contratto di lavoro

Hai superato tutti i passi del processo di selezione e ti hanno offerto l’impiego, quindi quello finale è il contratto. Cos’è

Il Contratto è un accordo di volontà tra varie parti per la quale il chiamato “lavoratore” si impegna a prestare una serie di servizi per il “datore di lavoro”, che può essere una persona fisica o giuridica. Quest’ultimo è obbligato a pagare per questi servizi con una remunerazione determinata nel medesimo contratto, durante un periodo di tempo stabilito. Tipi

E’ difficile parlare di quanti tipi di contratto esistano, perché possono dipendere dalle condizioni dello stesso e dagli accordi tra le parti. Possiamo, però, parlare di tre grandi tipologie che inglobano tutte le altre. Pertanto, in accordo con la legge vigente, in Spagna, possiamo differenziare:

Contratto a tempo indeterminato: è quel contratto che si stipula senza stabilire limiti di tempo quando si prestano i servizi. Può essere portato a termine verbalmente o in forma scritta, essendo comunicato all’Ufficio di Collocamento 10 giorni dopo la firma. Il contratto potrà ritenersi estinto da qualsiasi delle parte all’altra con un preavviso di minimo 15 giorni. Questo può essere, a sua volta, a tempo parziale, a progetto, fisso discontinuo, ecc. Contratto a tempo determinato: è quel contratto che si stipula stabilendo un periodo di tempo per la prestazione dei servizi. Dentro questo tipo di contratto, i più comuni sono:

1 – Contratto formativo: la sua finalità è offrire una formazione – tanto teorica, quanto pratica – nell’adempimento di un posto di lavoro o ufficio, per il quale si richiede un livello di qualifica certificata. Il tempo del lavoratore deve essere minimo del 15% della giornata massima stipulata nell’accordo collettivo dell’impresa. E’ un aggiornamento della formazione teorica dell’individuo e si suole svolgere in un centro studi. Il periodo di prova di questo tipo di contratto è di due mesi. Al termine del contratto, l’impresario deve consegnare al lavoratore un certificato che attesti la formazione pratica acquisita. L’età massima del lavoratore è di 24 anni, a meno che non si tratti di persona diversamente abile. Inoltre la durata di questo contratto non può superare i due anni.

2 – Contratto di praticantato: ha come scopo finale la pratica professionale appropriata al livello di studi del lavoratore con titolo universitario e/o di formazione professionale. Un requisito è che non abbia superato i 4 anni dal termine degli studi o della sua convalida. Anche in questo caso non può superare i due anni di validità, ma deve essere di minimo sei mesi. Il periodo di prova non può superare il mese per coloro che hanno un titolo medio, due mesi massimo per coloro che hanno titoli superiori. Si potranno realizzare come massimo due proroghe, con gli stessi limiti di durata del primo contratto, salvo stabilito diversamente. La retribuzione di questo contratto sarà fissata nell’accordo collettivo, anche se non deve essere inferiore al 60% del salario fisso per questo posto di lavoro per il primo anno.

3 – Contratto di opera e servizio: è quello che si stipula per la realizzazione di un’opera o prestazione di un servizio, con autonomia all’interno delle attività dell’impresa. Ha durata incerta, poiché dipende dalla fine dell’opera o servizio stipulato.Questo tempo non può superare i tre anni, con ampliamento di uno. Nel caso di estinzione del contratto da parte dell’impresa, si dovrà indennizzare il lavoratore pagando 12 giorni di stipendio per ogni anno di servizio, salvo accordo contrario.

4 – Contratto di lavoro per lavoratori diversamente abili: è un contratto stabilito con una persona diversamente abile. Possono essere contratti a tempo determinati, indeterminati, interinali, ecc. L’impresa ha il dovere di mantenere vigente il contratto per un periodo minimo di tre anni, potendo rescindere da esso solo per giusta causa o sostituendolo con altro lavoratore diversamente abile.Non ci sono limiti di età per questa categoria di contratti. Il lavoratore, in questi casi, dovrà avere un titolo superiore o medio o comunque un titolo riconosciuto come equipollente agli stessi.

Altri tipi di contratti molto comuni sono:

Contratto a tempo indeterminato fisso o discontinuo. Contratti raccolti dall’Ufficio di Collocamento. Contratti per maggiori di 59 anni. Contratto per l’incoraggiamento alla contrattazione indeterminata. Contratto a tempo determinato, per lavoratori disoccupati in regime di esclusione sociale. Contratto eventuale per circostanze della produzione. Contratto interinale. Contrattazione in situazione per pensione anticipata. Contratto a progetto. Contratto a tempo parziale. Contratto di lavoro di gruppo. Contratto di lavoro a domicilio.

Cosa deve avere un contratto

Dati dell’impresa e del lavoratore La data d’inizio della prestazione lavorativa e la sua durata Il tipo di contratto L’oggetto del contratto, cioè, le funzioni (categoria professionale) che si adempieranno in seno all’impresa. Le condizioni nelle quali si vanno a prestare i servizi come luogo (sede del lavoro), giorni della settimana ed orario. Il periodo di prova. Lo stipendio. Durata delle vacanze. Il contratto collettivo di lavoro applicabile. Il contratto potrà avere validità se si realizza secondo i requisiti esposti e con mutuo consenso, senza coercizione, minaccia, da nessuna delle due parti e tenendo conto che il contratto non ha nessuno scopo impossibile o illegale.

Si precisa, inoltre, che sia stipulato verbalmente o per iscritto, deve comunque essere firmato da entrambe le parti entro i 15 giorni successivi dall’inserimento del lavoratore e che si rispettino le condizioni offerte in principio.

Diritti del lavoratore

Occupazione effettiva durante la giornata di lavoro. Promozione e formazione nel lavoro (premi, corsi di formazione, aggiornamenti…ecc.) Non essere discriminato per accedere al posto di lavoro All’integrità fisica e all’intimità A percepire puntualmente lo stipendio pattuito.

Doveri del lavoratore

Adempiere agli obblighi concreti del posto di lavoro conforme ai principi della buona fede e diligenza. Adempiere alle misure di sicurezza ed igiene. Adempiere agli ordini ed istruzioni del datore di lavoro nell’esercizio della sua funzione direttiva. Non svolgere il medesimo lavoro per un’altra impresa che si occupa della stessa attività. Contribuire a migliorare la produttività. Altri obblighi stabiliti nel contratto di lavoro.

Periodo di prova

E’ facoltativo all’interno dell’impresa. E’ il periodo di prova che l’impresa stabilisce per valutare il nuovo lavoratore e si svolge all’interno dell’impresa stessa. E’ molto consigliabile negoziare su questo punto nel caso si possa; dovrebbe essere dichiarato nel contratto. Il periodo massimo di prova non deve superare i sei mesi per i tecnici superiori e di due mesi per il resto dei lavoratori. Durante questo periodo il lavoratore ha gli stessi diritti e doveri degli altri lavoratori. Entrambe le parti potranno rescindere dal contratto senza preavviso e senza motivazioni.

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Scrivere un buon CV: La struttura


  La struttura di un buon CV

Un recruiter passa circa 30 secondi davanti ad ogni CV. Questo significa che per catturare la sua attenzione in un tempo così breve bisogna preparare un documento ben strutturato e facile da leggere. Il modello Europass, ovvero quello che vi presentiamo qui di seguito, vi da un modello di struttura che se rispettata, vi permetterà di presentare le vostre qualifiche e competenze in modo logico e coerente.

Curriculum Vitae

Anche se spesso non viene considerato utile, il titolo è fondamentale perché il recruiter potrà rintracciare in fretta il vostro CV. Per cui, invece di mettere il nome insieme ai dati anagrafici provate a metterlo in alto, evidenziato magari in grassetto.

Informazioni personali


In questa sezione dovete indicare la data di nascita, l’indirizzo, i numeri di telefono e l’email.

In sostanza dovete rispondere alla domanda: chi sono e come mi possono contattare? Salvo richieste specifiche non è necessario indicare: lo stato civile, la statura o il numero di figli, ma,
se si appartiene ad una categoria protetta, indicatelo chiaramente.

Profilo professionale

Si tratta di un breve riassunto della vostra carriera professionale, nel quale si include quali sono le nostre competenze specifiche, i nostri punti di forza sul lavoro e gli obiettivi professionali che ci prefiggiamo per il futuro. Attenzione non è una lettera di presentazione, bastano due righe!

Formazione 
accademica

Questa è l’informazione riguardante la vostra educazione (liceo, università o corsi professionali rilevanti). Cominciate sempre dalle vostre esperienze in ordine cronologico decrescente, indicando sempre la data d’inizio e di fine e la scuola dove avete realizzato gli studi.

Esperienza professionale

Anche qui elencate le esperienze in ordine decrescente indicando le date, il nome dell’azienda e il ruolo assunto. Inoltre dettagliate sinteticamente le mansioni occupate, responsabilità e obiettivi raggiunti. Se avete cambiato spesso lavoro, limitatevi a enunciare quelli importanti per durata e/o coerenza con il posto ricercato.

Competenze personali

Si tratta delle lingue parlate e delle conoscenze informatiche. Dite con onestà il vostro livello di ogni lingua (scritto, letto e parlato). Per la parte d’informatica enunciate quali programmi sapete utilizzare e il livello di conoscenza (linguaggi di programmazione, grafica, programmi di gestione dati…).

Se avete degli attestati indicateli pure.


Altre esperienze o dati d’interesse


Aggiungete delle informazioni personali che possono completare il tuo profilo sotto un punto di vista personale e attitudinale. Ad esempio le vostre capacità comunicative e di gestione: se reggete bene le situazioni di stress, se siete un buon team leader, se vi risulta facile parlare in pubblico. Potete anche enunciare altri corsi o seminari ai quali avete partecipato, indicando sempre la data e dove si è svolto.


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Essere informati

Mantenetevi sempre informati ed aggiornati sulle tendenze e novità del mercato del lavoro. Si può partire dal contattare le aziende attive nei campi di vostro interesse proponendosi come collaboratori, oppure frequentare corsi professionali che prevedano stage in azienda, leggere riviste di settore, seguire eventi che consentano di conoscere operatori specializzati.

Sapersi reinventare

Se hai tentato per anni di inserirsi con la tua professione, ma con scarsi esiti dovresti considerare l’ipotesi di mettere a frutto altre competenze. Imparare i mestieri tradizionali può essere una carta vincente, ad esempio applicarsi in agricoltura utilizzando principi ecologici ed innovativi o apprendere i segreti del fare il calzolaio: in tempo di crisi in molti preferiscono riparare anziché acquistare il nuovo.

Ampliate gli orizzonti

Con un po’ di creatività e flessibilità mentale è possibile convertire le proprie esperienze e conoscenze per lavori che non rientrano strettamente nel nostro ambito professionale. Annotate le vostre migliori competenze e cercate di metterle a sistema con altre passioni o interessi in modo da generare una nuova figura professionale multisettoriale. In questo modo avrete sicuramente più possibilità di inserirvi in un’azienda.

Non limitatevi a cercare lavoro, mostratevi!

Cercare sulla bacheca degli annunci del giornale locale o sui sito web non è sufficiente. Dovete mettere in mostra le vostre competenze. Create un SITO WEB dove caricare il vostro curriculum vitae e portfolio, oppure un blog o un twitter personale in cui parlate esclusivamente del vostro settore. Anche i social network possono essere d’aiuto, soprattutto LinkedIn che, se ben organizzato, vi darà visibilità sul web creando una rete di contatti professionali.

Puntare sui settori stabili

Una strada sicura su cui puntare è quella del lavoro stagionale: dal settore turistico all’agroalimentare. Il settore turistico in Italia rappresenta una risorsa fondamentale e il comparto agroalimentare presenta degli indici in crescita o perlomeno stabili, pur in un contesto generale critico.

Altrimenti, fare i bagagli e partire

Non scartare l’ipotesi di andare all’estero, spostarsi in realtà nazionali più produttive. Ricordarsi che in tempo di congiuntura negativa globale due sono gli errori da non commettere:
  esitare e arrendersi.

leggi anche : http://cipiri5.blogspot.it/2013/10/curriculum-lettera-di-presentazione.html

Curriculum, Lettera di presentazione, Lettera di raccomandazione, Colloqui di lavoro, Contratto


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Scrivere un buon CV: La struttura

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giovedì 24 ottobre 2013

LINKS: OGM in Friuli Venezia Giulia? NO GRAZIE!

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sabato 5 ottobre 2013

12 ottobre: manifestazione nazionale a Roma per la difesa e l'applicazione della Costituzione


12 ottobre: manifestazione nazionale a Roma


Il 12 ottobre l'appuntamento è a Roma in Piazza della Repubblica alle ore 14. 
L'appello: 'la via maestra'

Ecco il testo dell'appello che ha convocato l'assemblea dell'8 settembre da cui scaturisce il percorso di mobilitazione per la difesa e l'applicazione della Costituzione.

1. Di fronte alle miserie, alle ambizioni personali e alle rivalità di gruppi spacciate per affari di Stato, invitiamo i cittadini a non farsi distrarre. Li invitiamo a interrogarsi sui grandi problemi della nostra società e a riscoprire la politica e la sua bussola: la Costituzione. La dignità delle persone, la giustizia sociale e la solidarietà verso i deboli e gli emarginati, la legalità e l’abolizione dei privilegi, l’equità nella distribuzione dei pesi e dei sacrifici imposti dalla crisi economica, la speranza di libertà, lavoro e cultura per le giovani generazioni, la giustizia e la democrazia in Europa, la pace: questo sta nella Costituzione. La difesa della Costituzione non è uno stanco richiamo a un testo scritto tanti anni fa. Non è un assurdo atteggiamento conservatore, superato dai tempi. Non abbiamo forse, oggi più che mai, nella vita d’ogni giorno di tante persone, bisogno di dignità, legalità, giustizia, libertà? Non abbiamo bisogno di politica orientata alla Costituzione? Non abbiamo bisogno d’una profonda rigenerazione bonificante nel nome dei principi e della partecipazione democratica ch’essa sancisce?

Invece, si è fatta strada, non per caso e non innocentemente, l’idea che questa Costituzione sia superata; che essa impedisca l’ammodernamento del nostro Paese; che i diritti individuali e collettivi siano un freno allo sviluppo economico; che la solidarietà sia parola vuota; che i drammi e la disperazione di individui e famiglie siano un prezzo inevitabile da pagare; che la partecipazione politica e il Parlamento siano ostacoli; che il governo debba essere solo efficienza della politica economica al servizio degli investitori; che la vera costituzione sia, dunque, un’altra: sia il Diktat dei mercati al quale tutto il resto deve subordinarsi. In una parola: s’è fatta strada l’idea che la democrazia abbia fatto il suo tempo e che si sia ormai in un tempo post-democratico: il tempo della sostituzione del governo della “tecnica” economico-finanziaria al governo della “politica” democratica. Così, si spiegano le “ineludibili riforme” – come sono state definite –, ineludibili per passare da una costituzione all’altra.

La difesa della Costituzione è dunque innanzitutto la promozione di un’idea di società, divergente da quella di coloro che hanno operato finora tacitamente per svuotarla e, ora, operano per manometterla formalmente. È un impegno, al tempo stesso, culturale e politico che richiede sia messa in chiaro la natura della posta in gioco e che si riuniscano quante più forze è possibile raggiungere e mobilitare. Non è la difesa d’un passato che non può ritornare, ma un programma per un futuro da costruire in Italia e in Europa.

2. Eppure, per quanto si sia fatto per espungerla dal discorso politico ufficiale, nel quale la si evocava solo per la volontà di cambiarla, la Costituzione in questi anni è stata ben viva. Oggi, ci accorgiamo dell’attualità di quell’articolo 1 della Costituzione che pone il lavoro alla base, a fondamento della democrazia: un articolo a lungo svalutato o sbeffeggiato come espressione di vuota ideologia. Oggi, riscopriamo il valore dell’uguaglianza, come esigenza di giustizia e forza di coesione sociale, secondo la proclamazione dell’art. 3 della Costituzione: un articolo a lungo considerato un’anticaglia e sostituito dall’elogio della disuguaglianza e dell’illimitata competizione nella scala sociale. Oggi, la dignità della persona e l’inviolabilità dei suoi diritti fondamentali, proclamate dall’art. 2 della Costituzione, rappresentano la difesa contro la mercificazione della vita degli esseri umani, secondo le “naturali” leggi del mercato. Oggi, il dovere tributario e l’equità fiscale, secondo il criterio della progressività alla partecipazione alle spese pubbliche, proclamato dall’art. 53 della Costituzione, si dimostra essere un caposaldo essenziale d’ogni possibile legame di cittadinanza, dopo tanti anni di tolleranza, se non addirittura di giustificazione ed elogio, dell’evasione fiscale. Ecco, con qualche esempio, che cosa è l’idea di società giusta che la Costituzione ci indica.

Negli ultimi anni, la difesa di diritti essenziali, come quelli alla gestione dei beni comuni, alla garanzia dei diritti sindacali, alla protezione della maternità, all’autodeterminazione delle persone nei momenti critici dell’esistenza, è avvenuta in nome della Costituzione, più nelle aule dei tribunali che in quelle parlamentari; più nelle mobilitazioni popolari che nelle iniziative legislative e di governo. Anzi, possiamo costatare che la Costituzione, quanto più la si è ignorata in alto, tanto più è divenuta punto di riferimento di tante persone, movimenti, associazioni nella società civile. Tra i più giovani, i discorsi di politica suonano sempre più freddi; i discorsi di Costituzione, sempre più caldi, come bene sanno coloro che frequentano le aule scolastiche. Nel nome della Costituzione, ci si accorge che è possibile parlare e intendersi politicamente in un senso più ampio, più elevato e lungimirante di quanto non si faccia abitualmente nel linguaggio della politica d’ogni giorno.

In breve: mentre lo spazio pubblico ufficiale si perdeva in un gioco di potere sempre più insensato e si svuotava di senso costituzionale, ad esso è venuto affiancandosi uno spazio pubblico informale più largo, occupato da forze spontanee. Strade e piazze hanno offerto straordinarie opportunità d’incontro e di riconoscimento reciproco. Devono continuare ad esserlo, perché lì la novità politica ha assunto forza e capacità di comunicazione; lì si sono superati, per qualche momento, l’isolamento e la solitudine; lì si è immaginata una società diversa. Lì, la parola della Costituzione è risuonata del tutto naturalmente.

3. C’è dunque una grande forza politica e civile, latente nella nostra società. La sua caratteristica è stata, finora la sua dispersione in tanti rivoli e momenti che non ha consentito di farsi valere come avrebbe potuto, sulle politiche ufficiali. Si pone oggi con urgenza, tanto maggiore quanto più procede il tentativo di cambiare la Costituzione in senso meramente efficientistico-aziendalistico (il presidenzialismo è la punta dell’iceberg!), l’esigenza di raccogliere, coordinare e potenziare il bisogno e la volontà di Costituzione che sono diffusi, consapevolmente e, spesso, inconsapevolmente, nel nostro Paese, alle prese con la crisi politica ed economica e con la devastazione sociale che ne consegue.

Anche noi abbiamo le nostre “ineludibili riforme”. Ma, sono quelle che servono per attuare la Costituzione, non per cambiarla. Lorenza Carlassare Don Luigi Ciotti Maurizio Landini Stefano Rodotà Gustavo Zagrebelsky

http://www.costituzioneviamaestra.it/

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venerdì 4 ottobre 2013

Artigianato: una opportunità per i giovani


Artigianato: una opportunità per i giovani

L’Italia è dotata di una grande risorsa, storicamente sottovalutata: l’artigianato. Facciamo riferimento alla cultura dell’artigianato e dunque ad un qualcosa che va ben oltre gli aspetti economici legati al contributo del comparto al PIL nazionale.

Sin dall’Impero Romano l’artigianato ha rappresentato una forma d’arte. La capacità dell’uomo di dare vita alla materia, attraverso una manualità che si trasmetteva da padre in figlio per secoli. Non va considerata dunque una casualità la diffusione anche in ambito ecclesiastico: nei conventi e nei monasteri i frati creavano manufatti ispirati dalla propria vocazione.

Con l’evolversi della storia passiamo al periodo d’oro di Re Luigi in Francia con alcuni dei monili più significativi della storia, sempre lontani da un concetto materiale e sempre più vicini ad un ideale di arte aulica e raffinata. Nel nostro Paese , tra i più importanti al mondo nel settore per storia, capacità e conoscenza dei nostri artisti , sembra possibile individuare nel dopoguerra ed in particolare nel boom economico l’inizio di una crisi senza precedenti per i maestri artigiani. L’Italia vive il grande sogno della potenza industriale. Si investe senza indugi anche in termine di programmazione nazionale sulla meccanica, sul navale e ferroviario. Si dimentica la piccola grande risorsa frutto della nostra storia.

Eppure all’estero i manufatti fiorentini, i presepi napoletani, l’artigianato figlio di Roma e dei suoi maestri , non hanno mai vissuto default, al punto tale che la moda ha assunto i crismi dell’artigianato più puro e pieno, con modelli unici, assolutamente ispirati a quell’istinto culturale che rappresenta le fondamenta del Made in Italy. No al mass market, no alle produzioni in serie, massima attenzione alla qualità del prodotto e approccio con quest’ultimo di tipo culturale e non meramente commerciale.

In un recente volume “Futuro Artigiano” scritto con grande lungimiranza e sagacia da Stefano Micelli, Docente presso la Ca Foscari ed edito da Marsilio editore, l’autore sottolinea come “il filo rosso che attraversa il Made in Italy di successo è ancora oggi il lavoro artigiano, un tratto della nostra cultura cui spesso non diamo il giusto valore. La riscoperta del lavoro artigiano, non solo in Italia, supera i confini dell’economia. Ci costringe a riflettere su cosa dobbiamo intendere oggi per creatività e meritocrazia e sulle opportunità di crescita che si offrono alle nuove generazioni del nostro Paese“.

La cultura artigiana può sostenere non soltanto (in parte) la ripresa del PIL nazionale, ma offrire ai giovani la possibilità di riprendere confidenza con quella manualità, con la capacità del “fare” ai più oggi sconosciuta. Quale futuro ha un Paese in cui il numero di consulenti è superiore al numero delle imprese, se non quello di instradare le nuove generazioni verso la cultura del fare? Non è forse il web e la manualità e creatività richiesta ai giovani webdesign l’artigianato del futuro?
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martedì 1 ottobre 2013

COSA SI MANGIA DOMANI ?: LA NORVEGIA RIDUCE IL CONSUMO DI POMODORI PELATI I...


LA NORVEGIA RIDUCE IL CONSUMO DI 

POMODORI PELATI ITALIANI


LA NORVEGIA RIDUCE
 IL CONSUMO DI POMODORI PELATI ITALIANI 
PERCHE’ 

“NON ETICI”

In Norvegia i consumatori hanno ridotto il consumo di pomodori pelati in scatola provenienti dall’Italia per protestare contro il lavoro in nero nella raccolta nei campi.
LEGGI TUTTO...
COSA SI MANGIA DOMANI ?: LA NORVEGIA RIDUCE IL CONSUMO DI POMODORI PELATI I...: LA NORVEGIA RIDUCE  IL CONSUMO DI POMODORI PELATI ITALIANI  PERCHE’  “NON ETICI” In Norvegia i consumatori hanno ridotto il cons...

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