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martedì 20 febbraio 2018

Risposte dei Partiti prima delle Elezioni






INTRODUZIONE 

Alle Nostre Domande




PRESENTAZIONE delle Nostre Domande





CAREGIVER FAMILIARE






COMITATO Lavoro Risponde






LIBERI E UGUALI Risponde






PARTITO DEMOCRATICO Risponde






POTERE al POPOLO Risponde







SINISTRA RIVOLUZIONARIA Risponde







SINISTRA per la LOMBARDIA Risponde








 M5S LOMBARDIA Risponde









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Se sei disoccupato o se conosci dei disoccupati contattaci. 
Ci riuniamo periodicamente in Camera del Lavoro Milano 
- Corso di Porta Vittoria 43 - Sala Fiom 2° piano. 
Scrivici : 
  movdirdisoccupati(@)libero.it 



 .

sabato 10 febbraio 2018

Incontriamo i Partiti prima delle Elezioni


L'incontro sarà il 14 Febbraio dalle 17.00 alle 20.00 all' 'Auditorium Enzo Baldoni Bonola , 
via Quarenghi 21.Centro Commerciale Bonola Metro Bonola linea rossa.

Quali sono le politiche, i programmi e gli impegni che i vari soggetti politici/partiti intendono adottare per fronteggiare i problemi del lavoro, welfare e previdenza.

Amici di tutti i comitati gruppi, Facebook ecc.. interessati a problematiche del lavoro ,welfare e previdenza come disoccupati , esodati precari,lavoratori precoci, quota 41 , inoccupati, opzione donna, caregiver familiare ecc....

Siamo riusciti faticosamente ad avere la sala bella comoda per arrivare e capiente fino a 400 persone adesso sta a noi che l'evento sia un successo, quindi pubblicizzate con amici e gruppi paralleli di interessi. Nella prima parte parleranno tutti i gruppi, movimenti che spiegheranno le loro particolari situazioni e richieste e poi la parola ai partiti con i loro programmi.
Sarà davvero bello e interessante se tutti insieme riusciremo a farci sentire e sopratutto a registrare quanto diranno o per meglio dire prometteranno.
Non c'è nessun capofila siamo tutti organizzatori.
Usiamo questa lista per comunicare tra di noi aggiungendo altri coordinatori interessati oltre che invitare tutti noi interessati chi ha dei contatti con il Pd e coalizione, FI, LEGA e Fratelli d'I si metta in contatto per invitarli, abbiamo avuto già delle conferme da 5stelle, LEU e Potere al popolo.Se volete fare locandine o eventi FB e/o pubblicizzare in tutti modi l'evento fate pure.
Se volete che l'evento venga messo su una locandina comune con le vostre descrizioni di Gruppo / movimento rispondete e segnalatelo e comunque mandate una mail di conferma di adesione all'iniziativa. Dobbiamo anche pubblicizzare la cosa con giornali e TV. Diamoci da fare rappresentiamo Milioni di persone e ancora molti di più di elettori 
con le famiglie confederiamoci per il nostro bene.
Non permettiamo anche questa volta ai politici di prenderci in giro.
Revisione completa della Fornero , politiche attive per il lavoro
 Welfare di sostegno reale e non per pochi.
Saluti 
Antonino Abbate 335428898
MDD movimento per i diritti dei disoccupati



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Se sei disoccupato o se conosci dei disoccupati contattaci. 
Ci riuniamo periodicamente in Camera del Lavoro Milano 
- Corso di Porta Vittoria 43 - Sala Fiom 2° piano. 
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 .

martedì 6 febbraio 2018

28 ore di Lavoro, Accordo Storico in Germania





Settimana con solo 28 ore di lavoro, accordo storico in Germania tra il sindacato dei metalmeccanici IgMetall e gli industriali

Chi sceglierà di lavorare 28 ore alla settimana per occuparsi dei figli piccoli o di parenti malati o perché svolge un lavoro usurante non subirà il taglio dello stipendio. È questa una delle novità introdotte dall'accordo storico sull'orario di lavoro siglato in Germania tra il sindacato dei metalmeccanico Ig Metall e gli industriali.

Le parti hanno siglato un'intesa pilota, che fa da apripista in Europa. L'accordo è stato firmato nel Baden-Wurttemberg (la regione che ospita gli impianti di Porsche e e Daimler) e riguarderà 900mila lavoratori, ma il sindacato punta ad estenderlo ai 3,9 milioni di operai del Paese. Gli addetti con contratti a tempo indeterminato potranno ridurre, su base volontaria, la loro settimana lavorativa da 40 a 28 ore per un periodo limitato di 6 a 24 mesi, tornando poi al lavoro alle stesse condizioni che avevano in precedenza.


Le imprese hanno ottenuto la possibilità di estendere la settimana lavorativa a 40 da 35 ore sempre per i dipendenti che vorranno farlo su base volontaria. I sindacati avevano minacciato uno sciopero a tempo indeterminato se le loro richieste non fossero state soddisfatte. 
Una protesta di questo tipo non si verificava nel settore dal 2003.



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lunedì 5 febbraio 2018

ELEZIONI e SINDACATI dopo il 4 marzo



   "L'anomalia" da superare dopo il 4 marzo.
 Il tema del salario minimo è entrato nella campagna elettorale. 
Ma prima di fissarlo per legge occorre un intervento sulla rappresentanza.
Il tema salariale ha assunto un certo peso nelle proposte programmatiche avanzate dalle forze politiche in avvio di campagna elettorale. È soprattutto l'idea di un salario sociale a tenere banco con proposte leggermente diverse, ma presenti in tutti i programmi dei partiti populisti. L'idea di pagare un salario a tutti coloro che risultano disoccupati o comunque con famiglia a carico, seppur attiri l'attenzione di molti, non raccoglie consensi fra chi si occupa seriamente di lavoro e nuovo welfare. Le due obiezioni contro tale proposta sono d'altro canto decisive. Da un lato nessuna delle proposte avanzate ha presentato un piano di copertura economica. Pertanto il costo, che oscilla fra gli 8 ed i 12 miliardi di euro l'anno, sarebbe tutto a carico di una nuova crescita della spesa pubblica risultando quindi non compatibile con gli obiettivi di rientro dal debito pubblico che il nostro Paese ha. Non solo perché richiesto dall'Europa, ma soprattutto per liberare risorse con cui finanziare investimenti per la crescita economica.

In secondo luogo, vi è una risposta negativa dalla maggioranza delle forze sociali e politiche impegnate a ridisegnare il modello di welfare. Tutte le misure prese negli ultimi anni hanno come fondamento meccanismi finalizzati ad aumentare le capacità e l'autonomia degli individui. I meccanismi previsti dalle nuove forme di sostegno al reddito (sia per rispondere all'inclusione sociale da povertà o disoccupazione) prevedono percorsi finalizzati alla riconquista di autonomia attraverso una nuova collocazione lavorativa. L'idea di tornare a forme di distribuzione di sussidi senza vincolare i beneficiari a un percorso di reinserimento suona quindi contraddittorio con il nuovo modello di welfare introdotto 
dalle riforme degli ultimi anni.

Oltre a questo dibattito è stata però avanzata la proposta di fissare per legge il livello minimo dei salari. Questa proposta esula dalle questioni legate al rispetto dei vincoli posti dal deficit pubblico nazionale. Vuole invece essere una risposta al diffondersi di lavori sottopagati introducendo un livello minimo salariale che permetta nuove forme di controllo contro gli abusi salariali e nuovi livelli di tutela per i lavoratori nei diversi settori produttivi. Pur essendo una misura presente nei paesi economici più sviluppati la proposta ha aperto un dibattito che vede anche i sindacati dei lavoratori opporsi a un intervento legislativo 
che non tenga conto anche di molti altri aspetti.

Cerchiamo di fare chiarezza sugli aspetti generali. In primo luogo è da valutare proprio il ruolo delle organizzazioni sindacali e del valore dei livelli salariali fissati dalla contrattazione nazionale. Anche se in tanti considerano intoccabile la nostra Costituzione, perché ritenuta "la più bella del mondo", gli stessi si guardano bene dal richiedere l'applicazione di alcuni articoli per regolamentare la rappresentatività delle organizzazioni sia padronali che dei lavoratori. In assenza di tale regolamentazione, nel corso degli ultimi anni, vi è stata un'esplosione di contratti nazionali sottoscritti da associazioni di rappresentanza per nulla o poco rappresentative. Il risultato è che oggi, se si volesse usare come indicatore di riferimento, il dato salariale contenuto in un contratto nazionale di categoria, 
ci troveremmo di fronte a valori molto diversi fra di loro.

In questa nuova situazione vi sono esigenze poste da nuovi rapporti di lavoro (si pensi ai lavori solo parzialmente dipendenti di chi collabora a piattaforme informatiche), ma anche veri e propri abusi salariali come evidenziato da molti interventi anche della magistratura nel settore agricolo o della logistica. La mancata applicazione del dettato costituzionale non ha dato vita a questa situazione per decenni solo perché il numero delle rappresentanze sindacali di peso nazionale era rimasto limitato e invariato. Peraltro il forte legame esistente fra rappresentanza sindacale e sistema dei partiti assicurava che l'immobilismo non provocasse nuove forme di rappresentanza sociale. La fine del sistema dei partiti e una legislazione che ha permesso la crescita di nuove rappresentanze ha permesso che si arrivasse alla situazione odierna e il tempo a disposizione per giungere a una decisione diventa sempre più scarso.

Il timore sindacale è che un'indicazione di minimo salariale fissato per legge renderebbe ancora più debole il valore della contrattazione nazionale. Si porrebbe inoltre il rischio che il valore fissato risulti inferiore a quanto previsto dai contratti in alcuni settori. Ciò aprirebbe spazi ad abusi o contasti fra realtà locali e norme nazionali rendendo ancora più fitta la giungla dei valori salariali di riferimento. La situazione attuale è ormai giudicata da tutti come insostenibile. Sono pressoché quotidiane le notizie relative a situazioni lavorative che sfuggono alla capacità di intervento tramite i canali tradizionali del confronto sindacale fra le parti. Da parte sindacale si ritiene prioritario partire dal fissare criteri di rappresentatività. Un primo accordo fra governo e le principali rappresentanze dei lavoratori va infatti in questo senso. Lo stesso dovrebbe avvenire per le rappresentanze delle imprese.


Come detto prima, però, il tempo sta scadendo. Già nel corso della passata legislatura il ministro dell'Agricoltura ha legiferato contro gli abusi del lavoro nero e contro gli abusi salariali nel settore fissando minimi di riferimento. Con la nuova legislatura che si aprirà dopo il 4 marzo sarà importante avviare da subito un confronto che sciolga i nodi storici che ancora frenano le rappresentanze sindacali dell'accettare l'applicazione di quanto previsto dalla Costituzione. Una rappresentanza "certificata" restituirà pieno valore ai contratti nazionali e questi potranno definire anche le tutele minime valide in tutti i settori. A quel punto si scoprirà che, così come già in essere nei principali paesi industrializzati, fissare per legge un valore minimo ai salari non sarà una misura inutile, ma uno strumento in più di riferimento per nuovi lavori e per le strutture preposte a combattere gli abusi.

LEGGI ANCHE 
REDDITO E POVERI
http://cipiri5.blogspot.it/2018/01/programmi-sul-reddito-ed-i-poveri.html




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giovedì 1 febbraio 2018

Amazon Braccialetto Wireless per i Dipendenti


Amazon braccialetto wireless per i dipendenti,
 in grado di seguirli negli spostamenti. 
Si tratterebbe di un sistema di sensori
 - sviluppato dagli ingegneri della divisione robotica Amazon - 
in grado controllare i movimento della mano dei magazzinieri. 
Non sono mancate reazioni, 
a partire da quella del ministro del lavoro Giuliano Poletti che ha fatto sapere:
 “In Italia c'è una legge. E vale per Amazon come per tutti". 

Trasmette gli ordini al polso dei lavoratori pronti a scattare per la consegna
sorgono dubbi sulla privacy.



L'ULTIMA trovata di Amazon per velocizzare la ricerca dei prodotti stoccati nei magazzini da parte dei dipendenti è il braccialetto wireless. Il gigante dell'ecommerce lo ha appena brevettato ed è in grado di monitorare con precisione dove si mettono le mani, vibrando per guidarle nella giusta direzione e di fatto controllando tutti i loro movimenti.

Il prototipo descritto da GeekWire trasmette i dati dell'ordine effettuato sul  mini computer al polso del dipendente che dovrà scattare a prendere la merce, metterla in una scatola e passare al compito successivo. Il brevetto depositato nel 2016 è stato riconosciuto ufficialmente martedì scorso e adesso la soluzione che Amazon potrebbe adottare per sveltire le consegne non sembra più così lontana.

Si tratta, spiega Gizmodo, di un sistema basato su tre fattori: il braccialetto indossato dal lavoratore che comunica con i trasduttori a ultrasuoni posizionati nell'ambiente circostante e un ''modulo di gestione'' che permette di tracciare i movimenti. Il prossimo step, suggerisce il brevetto, è l'automazione totale dei processi che però al momento trasformerebbero sostanzialmente gli uomini in macchine controllate.

Ma si affaccia la questione privacy, visto che il braccialetto fornito dal datore di lavoro può essere anche un mezzo per sorvegliare i dipendenti. "Amazon - ricords GeekWire - si è già guadagnata la reputazione di una società che trasforma i dipendenti, pagati poco, in robot umani che lavorano vicino a veri robot, portando avanti compiti ripetitivi di packaging il più velocemente possibile" con l'obiettivo di centrare gli ambiziosi target di consegna fissati dalla società di Jeff Bezos.

Negli ultimi mesi del 2017 in Italia i dipendenti Amazon hanno denunciato condizioni di lavoro ritenute troppo dure, ricorrendo allo sciopero in occasione del Black Friday per chiedere un dialogo tra azienda e sindacati. "I 'pickers' di Amazon per ogni turno, percorrono dai 17 ai 20 chilometri attraverso lo stabilimento a movimentare merci e pacchi" denunciavano allora i rappresentati dei magazzinieri. Il contratto nazionale è tuttora sul tavolo della trattativa in attesa che venga rivisto, a cominciare da bonus economici e carichi di lavoro.






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